Solo 22 richieste di trasferimento di migranti registrati in Italia sono state accettate dagli altri Paesi dell’Unione Europea su un totale di 4.015 richieste inviate. Allo stesso modo, solo 46 richieste di trasferimento in Italia sono state accettate su un totale di 23.220 richieste inoltrate dagli altri Paesi. Complessivamente, dal giugno 2022 all’agosto 2023, solo 1.159 migranti su 8.289 hanno effettivamente lasciato l’Italia grazie al meccanismo di relocation verso i 13 Stati membri dell’UE.
Questi dati evidenziano la scarsa efficacia del Regolamento di Dublino, che prevede che i migranti siano registrati e trattati nel Paese di primo arrivo. L’Italia, come Paese di ingresso principale per molti migranti, si trova spesso a gestire un carico eccessivo di richieste di asilo.
Il sistema di relocation, che dovrebbe aiutare a condividere il carico tra i Paesi membri, sembra essere inefficiente. Solo una piccola percentuale dei migranti registrati in Italia è stata trasferita altrove nell’UE. Questo mette a dura prova il sistema italiano, che si trova ad affrontare il problema dell’immigrazione da solo.
È necessario che gli Stati membri dell’UE lavorino insieme per trovare una soluzione più equa e sostenibile per la gestione dei flussi migratori. È importante che tutti i Paesi si assumano la loro parte di responsabilità e contribuiscano in modo significativo alla condivisione del carico.
L’attuale situazione mette a rischio la sicurezza e il benessere dei migranti, ma anche la stabilità dei Paesi di primo arrivo come l’Italia. È fondamentale che l’UE agisca con urgenza per affrontare questa sfida e garantire una gestione adeguata e umana dell’immigrazione. Solo attraverso un approccio comune e solidale sarà possibile trovare una soluzione efficace e sostenibile.
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