Il sale grosso nasconde dei benefici utili per la perdita di peso, che davvero in pochi conoscono. Ecco i dettagli
In quasi tutte le cucine, non può mancare uno degli elementi fondamentali per cucinare la pasta: il sale grosso. Che sia grosso o fino, entrambi hanno la stessa composizione fisica, l’unica differenza risiede nello spessore dei granelli.
Il sale grosso è formato da cristalli con granature diverse, mentre quello fino è una sabbia sottilissima. Ovviamente, più è sottile il granello maggiore è la capacità di sciogliersi in acqua, quindi ha una capacità solubile più elevata.
Per quanto riguarda la scelta tra i due, viene generalmente preferito quello grosso perché più pratico rispetto a quello fino, anche se apparentemente potrebbe sembrare l’opposto. Per ottenere acqua salata all’1% (ovvero una salatura media) occorrono 10 g di sale per ogni litro di acqua.
Generalmente però, quando si cucina la pasta, si fa riferimento alla misura del sale con il tradizionale pugno o il cucchiaio. Per il sale grosso, la stima è di mezzo cucchiaio o un pugnetto. È molto più difficile stimare correttamente la quantità di sale fino, perché tende a scivolare o a scappare tra le dita.
Altre differenze tra il sale grosso e il sale fino
Oltre alle differenza elencate nel paragrafo precedente, tra il sale grosso e il sale fino vi è un’altra motivazione per la quale viene scelto maggiormente quello grosso: quella economica. Per la sua produzione è necessaria minore lavorazione e di conseguenza il suo costo è più basso rispetto a quello fino.
Inoltre, questo tipo di sale viene impiegato per la conservazione sotto sale dei cibi, come si fa tradizionalmente con acciughe o sardine. A questo scopo va usato esclusivamente sale grosso, poiché penetra al cuore degli alimenti più lentamente, disidratandoli in maniera costante e omogenea.
Il segreto per salare al meglio la pasta
Il metodo più indicato per salare l’acqua è aggiungere il sale quando l’acqua bolle. Non ha nulla a che vedere con il ritardo che il sale potrebbe causare alla bollitura: è una falsa credenza, perché per incrementare la temperatura di ebollizione di un grado bisognerebbe aggiungere più di 50 grammi di sale per litro.
Da un punto di vista scientifico, salare l’acqua ritarda il processo di gelatinizzazione o il rigonfiamento dei granuli di amido nella pasta quando entrano in contatto con l’acqua riscaldata che permette di ottenere una pasta meno appiccicosa e più al dente. Il rischio è invece quello di rovinare il fondo delle pentole, perché il sale tende ad accumularsi e “corrodere” i materiali isolanti.