Richieste di ergastolo nel processo Saman Abbas: Svelati i dettagli scioccanti del caso

La richiesta di condanna per i familiari accusati nel processo per la scomparsa di Saman Abbas è stata formulata dalla Procura di Reggio Emilia. La pm Laura Galli ha chiesto l’ergastolo con due anni di isolamento diurno per entrambi i genitori, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen. Lo zio Danish Hasnain e i cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz sono stati destinatari di una richiesta di condanna a trent’anni. La requisitoria, durata oltre dieci ore, ha dipinto un quadro impietoso della famiglia di Saman Abbas, descritta come un gruppo senza pietà. Il procuratore di Reggio Emilia, Gaetano Paci, ha sottolineato il contesto familiare oppressivo in cui viveva la giovane, caratterizzato da repressione, autoritarismo e soffocamento di ogni desiderio di autonomia. Il fratello di Saman è stato descritto come una persona soggiogata dallo stesso sistema familiare, mentre la madre è stata definita “glaciale, lucida e malvagia”. Il procuratore ha evidenziato che la giovane cercava normalità e libertà, ma la sua ricerca veniva considerata “pazzia” dalla famiglia, poiché metteva in discussione l’onorabilità stessa della famiglia. Il processo ha anche rivelato dettagli scioccanti sulle modalità dell’accaduto, con la presenza di una buca scavata con badili compatibili con quelli trovati a casa dei familiari. Il corpo di Saman è stato ucciso per asfissia, con un gesto meccanico che ha portato alla rottura della parte sinistra dell’osso ioide. Il padre di Saman ha chiesto di essere ascoltato nuovamente per una dichiarazione spontanea, ma la richiesta è stata negata dalla Corte di assise di Reggio Emilia. Il processo continua a rivelare dettagli scioccanti e sottolinea l’importanza di ottenere giustizia per Saman Abbas e di condannare i responsabili di questo terribile evento.


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