Ricercatrice lombarda che sostiene le carriere alias critica il modo in cui il suo studio è stato strumentalizzato da FdI

La proposta di bloccare la carriera alias, presentata da Fratelli d’Italia al Consiglio regionale lombardo, ha suscitato molte critiche e polemiche. La mozione mira a vietare il percorso di sostituzione del nome anagrafico con quello d’elezione nel registro elettronico e in tutta la burocrazia scolastica della Lombardia. Attualmente, più di 30 scuole in Lombardia consentono agli studenti transgender di cambiare le proprie generalità nel sistema scolastico.

La mozione, però, è stata contestata dalla ricercatrice Jiska Ristori, autrice di uno studio citato nella proposta. Ristori ha messo in chiaro che il suo studio del 2016, intitolato “Gender Dysphoria in Childhood”, non fa alcun riferimento alla carriera alias e che i suoi dati dimostrano che l’identità di genere di una persona è già consolidata nell’adolescenza. La studiosa ha anche affermato che la carriera alias è uno strumento importante per il supporto psicologico dei giovani transgender.

In risposta alla mozione, Ristori ha scritto al presidente del Consiglio, Federico Romani, dissociandosi dalla proposta e diffidando Fratelli d’Italia dall’utilizzare i suoi scritti in modo strumentale. La discussione sulla mozione è stata rinviata al prossimo 12 settembre.

Le associazioni transgender, come Acet (associazione per la cultura e l’etica transgenere), ha annunciato un sit-in che avrà luogo il 12 settembre davanti al palazzo della Regione in piazza Città di Lombardia per mostrare il loro sostegno alla pratica di sostituzione del nome.

Questa controversia solleva importanti questioni sull’accettazione e il sostegno delle persone transgender nella società italiana. Molti ritengono che sia cruciale garantire un ambiente scolastico inclusivo e accogliente per tutti gli studenti, indipendentemente dall’identità di genere. La carriera alias è vista da molti come uno strumento per aiutare i giovani transgender ad affermare la propria identità e ad evitare discriminazioni e pregiudizi. Tuttavia, la proposta di bloccare la carriera alias mostra un’opinione differente, sollevando dubbi sulla volontà di promuovere l’inclusione e i diritti delle persone transgender.

In ogni caso, l’11 settembre avrà luogo il sit-in delle associazioni transgender, che proveranno a far sentire la propria voce sulla questione. È importante che questo dibattito avvenga in modo rispettoso e che si tenga conto delle esigenze e dei diritti di tutti i soggetti coinvolti.

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