Riapre il museo della Moda e del Costume a Firenze: la curatrice svela le novità

Il Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti riapre al pubblico dopo tre anni di lavori di restauro

Dopo un lungo periodo di chiusura dovuto alla pandemia e ai lavori di manutenzione e restauro, il Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti, situato nella Palazzina della Meridiana, ha finalmente riaperto le sue porte al pubblico. Questo museo, unico nel suo genere in Italia, ospita una collezione di oltre 15mila pezzi che spaziano dal Cinquecento ai giorni nostri.

Una nuova esposizione permanente che celebra la moda italiana

La nuova esposizione permanente del museo si concentra sui capi più rilevanti della collezione, che sono stati restaurati e interpretati attraverso un complesso processo di vestizione e mise-en-scène. La curatrice Vanessa Gavioli spiega che il percorso espositivo è stato pensato per far risaltare gli abiti da sera, ma non mancano anche capi da giorno e accessori. La scelta curatoriale si basa su un criterio storico e cronologico, e i capi esposti verranno periodicamente sostituiti per motivi conservativi.

Un’esperienza di visita spettacolare ed emozionante

Le nuove sale del museo, che comprendono anche l’ottocentesco Saloncino da Ballo, offrono un’esperienza di visita unica. Gli abiti del Novecento sono esposti fra i visitatori, senza essere nascosti dietro vetrine, a differenza dei capi più antichi. Questo allestimento, sebbene sia stato una sfida, rende la visita più spettacolare ed emozionante. La curatrice sottolinea l’importanza di mostrare gli abiti in modo vivido e realistico, evitando l’immagine triste di abiti stropicciati su manichini di taglia diversa.

I capi più importanti dell’esposizione

Tra gli abiti esposti, spiccano quelli di Madeleine Vionnet e di Elsa Schiaparelli degli anni ’30 e ’40. La curatrice sottolinea che gli abiti di Vionnet, nonostante la loro raffinatezza, tendono a non emergere, ma rappresentano un’eleganza senza tempo. Un abito bianco, simile a quello indossato da Marilyn Monroe nel film “Quando la moglie è in vacanza”, e un abito nero dal taglio semplice ma sartorialmente complesso sono solo alcuni esempi. Gli abiti di Elsa Schiaparelli, come un abito in organza color scarabeo, rappresentano l’internazionalità della moda italiana, che attingeva alla Francia senza rinunciare alla propria peculiarità.

Oltre a questi, il museo ospita anche gli abiti di Schuberth, un couturier napoletano che ha vestito star come Sophia Loren e Gina Lollobrigida. Nonostante la sua importanza, Schuberth è stato in parte dimenticato. La curatrice spiega che i suoi abiti rappresentano un’artigianalità tipicamente italiana, con una tecnica e una manualità uniche nel dipingere direttamente sull’abito. Schuberth era un personaggio eccentrico ed egocentrico, che rappresentava una trasversalità che all’epoca era meno accettata. Tuttavia, nel mondo del cinema, è stato molto amato e considerato il Ferragamo dell’abito.

Il Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti rappresenta un importante passo avanti per la valorizzazione della moda italiana. Mentre in altri paesi come gli Stati Uniti, la Francia e l’Inghilterra la moda è considerata un settore di grande importanza, in Italia manca ancora una cultura consolidata in questo campo. Tuttavia, il museo di Palazzo Pitti rappresenta un’opportunità per crescere e confrontarsi con i musei degli altri paesi, aprendo nuove prospettive e stimolando l’entusiasmo.


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