“Putin graziato l’omicida dell’ex fidanzata per inviarlo in Ucraina: 111 coltellate”

Vera Pekhteleva: un femminicidio brutale e una condanna controversa

Un tragico evento ha scosso la città di Kemerovo, in Siberia, quando Vladislav Kanyus ha torturato e ucciso la sua ex fidanzata, Vera Pekhteleva, con ben 111 coltellate. Dopo la loro separazione nel 2020, la giovane è tornata nella casa che avevano condiviso per raccogliere i suoi effetti personali, ma il confronto con Kanyus ha portato a una violenta lite. Nonostante le numerose chiamate ai vicini e alla polizia, nessuno è intervenuto. Solo grazie all’intervento del fratello di Vera, che ha sfondato la porta, è stato possibile scoprire l’orrore: la giovane giaceva a terra in una pozza di sangue, mentre l’aguzzino si trovava nel bagno a bere vodka. Il corpo di Vera presentava 111 coltellate, lividi e fratture, testimonianza di un’agonia durata ore. Questo femminicidio è considerato uno dei più sadici e cruenti nella storia della Russia.

La condanna e la scoperta scioccante

Dopo l’omicidio, la famiglia di Vera Pekhteleva ha chiesto giustizia e finalmente Vladislav Kanyus è stato condannato a 17 anni di carcere per le torture, lo stupro e l’omicidio della giovane. Tuttavia, la storia non finisce qui. Dopo nove mesi, la madre di Vera ha ricevuto due fotografie anonime su WhatsApp che mostravano l’assassino in divisa militare, accompagnate dal messaggio “Kanyus è libero e combatte in Ucraina”. La famiglia ha cercato risposte e, alla fine, il padre di Vera ha ottenuto una risposta dalla Procura: l’assassino della figlia è stato graziato con un decreto del presidente Vladimir Putin. Il documento ufficiale conferma che Kanyus è stato rilasciato il 28 aprile 2023, senza ulteriori punizioni e con la rimozione del suo precedente reato penale.

La controversa pratica di reclutamento dei detenuti

Nonostante la condanna, Vladislav Kanyus non è l’unico detenuto che è stato graziato per combattere in Ucraina. Secondo quanto riportato dal “Washington Post”, il Ministero della Difesa russo ha reclutato circa 100.000 persone dalle carceri quest’anno, offrendo loro la grazia o sconti di pena. Questa pratica controversa ha sollevato molte critiche da parte degli attivisti per i diritti umani. Alyona Popova, attivista russa che lotta contro i femminicidi e per la difesa dei diritti umani, ha condiviso le foto pubblicate sui social dall’assassino di Vera Pekhteleva, in cui appare felice e spensierato in uniforme militare. Questo evento ha sollevato ulteriori domande sulla giustizia e sulla protezione delle vittime di violenza domestica in Russia.

In conclusione, il caso di Vera Pekhteleva ha messo in luce la brutalità dei femminicidi in Russia e ha sollevato interrogativi sulla giustizia e sulla protezione delle vittime. La condanna di Vladislav Kanyus a 17 anni di carcere è stata seguita da una decisione controversa di graziarlo, permettendogli di combattere in Ucraina. Questa pratica di reclutamento dei detenuti solleva preoccupazioni sulla tutela dei diritti umani e sulla sicurezza delle vittime di violenza domestica.


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