Purtroppo non ci sono buone notizie per quanto riguarda le pensioni. Ecco le novità che sono state introdotte dall’INPS di recente.
“L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale è il principale ente previdenziale del sistema pensionistico pubblico italiano, presso cui debbono essere obbligatoriamente iscritti tutti i lavoratori dipendenti pubblici o privati e la maggior parte dei lavoratori autonomi”, ecco la definizione che si può trovare su Wikipedia.
In sintesi, l’INPS ha un ruolo centrale nella gestione dello Stato Sociale. Deve riscuotere tributi e l’erogazione delle prestazioni ed è sottoposto la vigilanza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Ministero del Tesoro.
Non tutti sanno che è nato nel 1898 con il nome di Cassa Nazionale di Previdenza per l’Invalidità e la Vecchiaia degli Operai. Poi con l’avvento del Fascismo diventò un ente di diritto pubblico dotato di personalità giuridica e autonomia di gestione. Dopo la Seconda Guerra Mondiale ha assunto Il nome attuale.
Il primo sistema di garanzie pensionistiche era destinato solo ai militari e impiegati del pubblico, ma dopo il 1895 interessò tutte le categorie di lavoratori. In queste ore si sta parlando proprio delle pensioni che subiranno dei tagli rilevanti.
INPS: assegni miseri per una categoria di dipendenti
Secondo quanto riportato sul sito qps.it pare che l’INPS abbia confermato ulteriori tagli da applicare a una determinata categoria di dipendenti. La faccenda sicuramente non piacerà a coloro che ne risultano coinvolti.
Il taglio delle pensioni non sarà applicato alla pensione di vecchiaia, alla pensione con Quota 103, alla pensione indiretta, alla pensione di inabilità, all’assegno straordinario di solidarietà e all’isopensione. La categoria coinvolta, quindi, è una ben precisa. Andiamo a scoprire tutti i dettagli.
Regole rigide per il calcolo e accesso alla pensione
In poche parole l’INPS ha introdotto dei tagli dell’assegno destinato ai dipendenti sia di enti locali che del settore della sanità. Sono a rischio quelli che quest’anno andranno in pensione in anticipo. Per questo motivo ci saranno regole più severe da seguire per il calcolo e l’accesso alla pensione.
Andando nello specifico l’INPS in questo caso coinvolge il personale iscritto alla CPDEL, CPL, CPS, CPUG andato in pensione dal 1° gennaio 2024 con un’anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 inferiore ai 15 anni. Purtroppo per queste categorie ci sarà una riduzione delle aliquote di rendimento per quantificare l’importo che spetta a ogni singolo dipendente. Rispetto al passato, l’aliquota applicata per periodi che precedono i 31 dicembre 1995 si è ridotta e non cambia per quelli successivi a questa data. Dunque, chi ha un’anzianità contributiva inferiore ai 15 anni al 31 dicembre 1995 dovrà fare i conti con questo taglio.