Paolo Corna, il pensionato di 77 anni che domenica scorsa ha ucciso con un coltello il figlio di 54 anni, rimarrà in carcere nonostante sia attualmente ricoverato in stato di arresto presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Il giudice per le indagini preliminari (gip) Federica Gaudino ha deciso di negare la richiesta di misure alternative cautelari, come i domiciliari, avanzata dall’avvocato della difesa Barbara Bruni.
Il gip ha ritenuto che il contesto familiare sia problematico e che dopo l’accaduto Corna sia “ulteriormente sconvolto”, lasciando aperta la possibilità di discussioni e litigi in cui l’uomo potrebbe manifestare la stessa violenza con cui ha ucciso suo figlio. Inoltre, è stata evidenziata la potenziale influenza che Corna potrebbe avere sulle versioni dei familiari se fosse sottoposto alle misure alternative.
Durante l’interrogatorio con il giudice, il pensionato ha spiegato di aver impugnato il coltello per spaventare suo figlio, che da anni lotta con problemi di tossicodipendenza. Gianbattista consegnava ogni mese il suo stipendio da operaio, pari a 1.400 euro, ai genitori, che a loro volta gli davano delle somme più piccole. La richiesta di altri 20 euro dopo che gliene aveva già consegnati altrettanti per andare al bar ha scatenato una lite durante la quale il cinquantacinquenne ha spinto la madre.
“Dopo che aveva aggredito mia moglie, non ci ho più visto”, ha confessato Corna al gip. Il figlio si era rifugiato nella sua stanza, ma è stato raggiunto dal padre che lo ha colpito con tre fendenti mortali. L’autopsia è stata fissata per venerdì.
La decisione di confermare il carcere per Corna è stata accolta dal pubblico ministero Letizia Aloisio, che aveva richiesto l’arresto dell’uomo. Ora l’indagato dovrà attendere il processo per rispondere dell’accusa di omicidio.
Segui Avvisatore su Instagram: @avvisatore.it
Lascia un commento