Penna Occhio | Ginulfi, orgoglio romanista

La storia calcistica di Alberto Ginulfi con la Roma è un esempio di pazienza e attesa che pochi avrebbero saputo dimostrare prima che arrivasse il suo momento. Fin da giovane, Ginulfi si era guadagnato la fama di portiere imbattibile durante le giovanili, ma ha dovuto aspettare diversi anni, prima di esordire in Serie A nell’ottobre del 1962 in una partita tra la Roma e il Lanerossi Vicenza.

Dopo quell’evento, Ginulfi ha trascorso diverse stagioni come secondo portiere, dietro a Cudicini e successivamente a Pizzaballa. Nonostante la frustrazione per le poche presenze, Ginulfi ha sempre sottolineato l’opportunità di imparare da due colleghi così forti ed esperti. Questo dettaglio dice molto sulla resistenza di Ginulfi, sia come giocatore che come persona.

All’alba degli anni ’70, Ginulfi ha avuto la sua occasione tra i pali della Roma, vincendo immediatamente la Coppa Italia nel 1969 e il Torneo Anglo-Italiano nel 1971-1972. La sua carriera presso la Roma segna il suo declino nel campionato 1974-1975, quando Paolo Conti prende il suo posto come primo portiere. Ginulfi ha poi passato la stagione successiva come titolare al Verona, contribuendo alla salvezza e alla prima finale di Coppa Italia dei scaligeri. Successivamente ha giocato un anno a Firenze e poi a Cremona, prima di concludere la sua carriera con un campionato di Serie B come titolare.

È stata una carriera calcistica importante, in cui Ginulfi ha onorato l’appartenenza alla sua città e alla sua squadra di nascita, ma ha anche saputo adattarsi e proseguire altrove quando il momento era giusto. Un momento culminante della sua carriera è stato il rigore parato a Pelé il 3 marzo 1972 durante un’amichevole tra la Roma e il Santos. Questo è stato un momento unico nel calcio italiano.

Alberto Ginulfi è un esempio della vera anima di Roma, un sanlorenzino che sente l’anima autentica della città sotto la pelle senza bisogno dei monumenti da cartolina. La sua identità è radicata nel popolo, non solo nel senso popolare del termine. Questa anima è sempre stata presente, anche quando ha giocato lontano da Roma, lontano da casa e dalla chiarezza del suo cielo e dagli accenti del suo dialetto, che rappresentano un’identità che va oltre i documenti.

In conclusione, Alberto Ginulfi è stato un grande portiere che ha dimostrato pazienza e perseveranza, imparando dai migliori e lasciando un segno importante nella sua carriera calcistica. La sua storia è anche un esempio dell’autentica anima romana e della capacità di adattarsi e andare avanti, pronti a cogliere le opportunità quando si presentano.

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