Paola Cortellesi: dietro le quinte di “C’è ancora domani”
Il film “C’è ancora domani” ha conquistato il pubblico e infranto ogni record, e ora è il momento di scoprire i retroscena da Paola Cortellesi, regista e protagonista del film. In una recente intervista rilasciata al Corriere della Sera, Paola Cortellesi ha svelato l’ispirazione dietro il film, affermando: “Volevo raccontare i diritti delle donne. In particolare di quelle donne che non si è mai filato nessuno. Ho ascoltato tanti racconti di nonne e bisnonne che hanno vissuto quel tempo. Per questo il film è in bianco e nero, perché quando loro parlavano io le immaginavo così, le loro storie. Storie raccontate con disincanto, quasi con fatalismo. Nel film sono rappresentate dalle donne che commentano tutto nel cortile. Mi è rimasta nella testa una frase che dicevano, a proposito di quelle, tra loro, maggiormente vessate: ‘Eh, porella’.” Cortellesi ha voluto dare voce a queste storie, offrendo uno sguardo autentico e toccante sulla vita di queste donne.
L’influenza del padre
Paola Cortellesi ha anche rivelato l’importante ruolo che il padre ha avuto nella sua vita e nel suo approccio all’umorismo e all’autoironia. Ha dichiarato: “L’esistenza di mio padre mi ha illuminato la vita. Mi ha insegnato che ridere è una cosa seria. Mi ha insegnato l’umorismo e l’autoironia che mi hanno sempre salvato. Cosa mi direbbe oggi? ‘Bella di papà’, mi direbbe.” Queste parole rivelano l’importanza dei valori trasmessi dal padre e il loro impatto duraturo sulla vita e sulla carriera di Paola Cortellesi.
Riflessioni sui social e l’impatto sugli adolescenti
Infine, Paola Cortellesi ha condiviso le sue preoccupazioni riguardo all’uso dei social media, soprattutto da parte degli adolescenti. Ha espresso: “Li trovo pericolosi. Io li utilizzo per promuovere il mio lavoro o condividere cose belle o divertenti, ma non capisco perché debbano essere la vetrina della propria vita personale. Mi preoccupano soprattutto gli adolescenti, il cui impatto con la vita, nella stagione della loro formazione, avviene in un clima di tribunale permanente. Non tutti hanno la forza di superare critiche feroci e derisioni. Avere un ‘pubblico’, a quattordici anni, è pericoloso, molto pericoloso.” Queste parole mettono in luce l’importanza di una riflessione critica sull’impatto dei social media, specialmente sulle giovani generazioni.
Paola Cortellesi ha offerto uno sguardo autentico e profondo sulle tematiche affrontate nel suo film, oltre a condividere pensieri personali che toccano temi attuali e rilevanti. La sua visione artistica e le sue riflessioni offrono spunti interessanti per il pubblico, sia sul grande schermo che nella vita di tutti i giorni.
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