Omar Sy è ancora il protagonista, ma ‘Lupin’ ha ancora qualcosa da offrire?

All’inizio della nuova stagione di Lupin (dal 5 ottobre su Netflix), due reporter discutono su come coprire la “saga di Assane Diop”, il ladro dei ladri, che ormai è diventato una celebrità e un eroe di culto in Francia. Mentre ripercorrono la sua storia fino a quel momento, uno dei reporter suggerisce che, dopo così tanti colpi di scena, “non c’è più niente da dire”.

Non sorprende che i giornalisti, in effetti, troveranno nuove cose da dire su Assane. Tuttavia, per gli sceneggiatori di Lupin, il compito è più impegnativo. La serie rimane divertente grazie al carisma di Omar Sy nel ruolo di Assane e all’ingegnosità delle rapine. Tuttavia, gran parte della seconda stagione sembra una ripetizione dei primi cinque episodi, ma meno elettrizzante.

Ritroviamo Assane che si nasconde dalla legge dopo che la sua identità è stata rivelata alla fine della scorsa stagione. Come sempre, c’è una buona dose di umorismo nell’idea di un uomo così bello e alto che riesce a muoversi inosservato, a volte con travestimenti minimi, a volte addirittura a viso scoperto. Cerca di convincere l’ex moglie Claire a scappare con lui insieme al loro figlio Raoul, ma lei è troppo frustrata dagli effetti che i suoi crimini hanno avuto sulle loro vite. L’investigatore di polizia Youssef Guedira è ossessionato dai libri su Arsenio Lupin che ispirano le rapine di Assane, ma i suoi colleghi sono diffidenti nei suoi confronti. Nei flashback vediamo come l’adolescente Assane inizi a dedicarsi seriamente all’”arte del rubare” dopo che suo padre è andato in prigione. Inoltre, Assane viene ricattato da un misterioso avversario per rubare oggetti di inestimabile valore.

Il fatto che Assane non sia padrone del proprio destino è il cambiamento più significativo rispetto alle stagioni precedenti. C’è una buona dose di tensione nel dover ballare al ritmo di qualcun altro. Allo stesso tempo, Assane è lasciato a se stesso per pianificare come rubare questi oggetti, con l’aiuto del fidato gadgetista Benjamin. Lupin si gode ancora una volta nel mostrare le rapine e poi svelare come il protagonista sia riuscito a metterle a segno. Alcune rapine sono più assurde di altre, ma l’energia della storia e la presenza di Sy sullo schermo le rendono interessanti.

Il problema riguarda il mondo intorno ad Assane. Claire, Raoul, i poliziotti e persino l’adolescente Assane erano tutti interessanti all’inizio della serie. Tuttavia, in questa fase, le scene con un ensemble più ampio sembrano tassative, sia per impostare i punti successivi della trama che per evitare di lavorare troppo su Sy. Ciò che rende le scene senza Assane un sollievo e una preoccupazione è che gli altri personaggi non sono altrettanto interessanti.

La stagione si conclude con un cambiamento nello status quo ancora più significativo della rivelazione dell’identità segreta di Assane. Le stagioni successive potrebbero divertirsi con la nuova situazione dell’eroe o potrebbero muoversi velocemente per riportare le cose alla normalità. La buona notizia è che, finché ci sarà Sy, Lupin avrà un certo livello di qualità, anche se non sembra più così frizzante o convincente come qualche anno fa.

Fonte: Rolling Stone US

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