Il film “Nowhere” racconta la storia di Mia e Nico, una giovane coppia che cerca di fuggire da un regime totalitario. Partono come clandestini a bordo di un container diretto in Irlanda, ma durante il viaggio Nico viene separato dagli uomini e messo su un altro container. Il viaggio si trasforma in un incubo per entrambi, ma soprattutto per Mia, poiché il container su cui si trova viene fermato per dei controlli.
Un militare invita le persone a uscire dal container, cercando di rassicurarle dicendo che non gli faranno del male. Sottolinea che le misure contro la carestia sono crudeli verso i bambini e le donne incinte, e capisce che non si fidano di nessuno. Chiede loro di riflettere su chi si sono fidati finora, delle persone che li hanno ammassati nel container, prendendo tutto ciò che avevano e promettendo loro un posto migliore. Ma quel posto migliore non esiste. Alcune donne decidono di uscire, sperando di aver fatto la scelta giusta, ma vengono uccise.
Mia si nasconde in un’intercapedine tra una cassa di legno e la parte alta del container. Dopo la carneficina, il container precipita in mare a causa di un temporale e Mia si risveglia in mezzo all’oceano, intrappolata e disperata ma con un senso di sopravvivenza. Riesce a trasformare la gabbia in un nuovo habitat utilizzando oggetti come tubi di plastica, felpe, vaschette e coltelli. Cerca di chiedere aiuto con il suo telefono, ma la linea è instabile. Tuttavia, un giorno Nico riesce a chiamarla e le promette che verrà a salvarla. Prima di chiudere, le dice la frase a cui sono abituati: “Ti amo più di ieri, ma meno di domani”.
L’attesa dei soccorsi si complica quando Mia dà alla luce Noa durante una tempesta. Da quel momento inizia la vera lotta per la sopravvivenza. Quando è allo stremo delle forze e in preda alle allucinazioni, riesce a tornare lucida grazie alla consapevolezza di avere un neonato tra le mani. Le parla e le mostra le foto di sé e dei suoi familiari. In particolare, le parla di Uma, l’altra figlia che voleva fare la pilota di aerei ma che ha perso a causa di una leggerezza, quando il regime vietava alle donne e ai bambini di camminare all’aria aperta. Cinque minuti che sono costati la vita a Uma.
La storia di “Nowhere” ha diverse analogie con la situazione attuale riguardante il Mediterraneo e i flussi migratori. Non si tratta solo della storia di una madre disposta a tutto per salvare sé stessa e la figlia dalla morte certa, ma anche della speranza di chi lascia la propria casa alla ricerca di un posto sicuro. Il film, diretto da Albert Pintó, mostra la disperazione che supera ogni paura e arriva come uno schiaffo. Nonostante la rappresentazione della sopravvivenza nel container possa sembrare romanzata, Anna Castillo è perfetta nel ruolo di Mia. Con uno sguardo intenso, riesce a comunicare tutta la tragedia che ha colpito il suo personaggio.
Anna Castillo, nata nel 1993 a Barcellona, ha debuttato in televisione all’età di vent’anni con la soap opera “Amare per sempre” (Amar en tiempos revueltos), in cui interpretava il personaggio di Dorita. Nel 2017 ha vinto il premio Goya come migliore attrice rivelazione per il film “El olivo”. Ha recitato anche nei film “Oro” e “Open Arms – La legge del mare”. Ora torna su Netflix con “Nowhere” dopo aver interpretato il personaggio di Margot nella serie “Il racconto perfetto”, uscita lo scorso luglio. Margot è l’erede di un impero nel settore alberghiero che decide di cambiare vita dopo aver lasciato il promesso sposo all’altare.
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