Nicola Gratteri, un magistrato noto per il suo impegno nella lotta alla ‘ndrangheta, si trasferisce dalla Calabria a Napoli per assumere il ruolo di procuratore capo. Gratteri ha trascorso tutta la sua carriera nella magistratura, iniziando nel 1986 come giudice a Locri e poi diventando sostituto procuratore a Reggio Calabria nel 1991. Nel 2009 è diventato procuratore aggiunto e nel 2016 è stato nominato procuratore di Catanzaro.
La sua carriera si è concentrata principalmente sulla lotta al crimine organizzato, in particolare contro la ‘ndrangheta. Ha ricevuto elogi per le sue indagini, inclusa l’operazione Rinascita Scott nel 2019, che ha portato all’emissione di misure cautelari per 334 indagati legati ai clan della provincia di Vibo Valentia. L’indagine ha rivelato legami tra la politica, l’amministrazione, la massoneria deviata e la ‘ndrangheta a tutti i livelli.
Gratteri ha anche condotto altre importanti indagini, come l’operazione Stige contro la cosca “Farao-Marincola” e l’operazione Stammer, che ha portato all’arresto di numerosi indagati. Nel 2007 ha indagato sulla strage di Duisburg e nel 2010 ha coordinato le inchieste “Infinito” e “Crimine”, che hanno portato all’arresto di 304 persone tra Calabria e Lombardia.
Il suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata è stato riconosciuto anche a livello politico. Nel 2014, il premier Matteo Renzi ha proposto il suo nome per il ruolo di ministro della Giustizia, che è poi stato assegnato ad Andrea Orlando. Renzi lo ha anche nominato presidente della commissione per l’elaborazione di proposte normative sulla lotta alle mafie.
Gratteri ha dimostrato di essere un magistrato coraggioso e determinato nella sua lotta contro la ‘ndrangheta e altre organizzazioni criminali. Il suo trasferimento a Napoli come procuratore capo rappresenta un importante passo avanti nella lotta alla criminalità organizzata nel sud Italia.
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