Marilyn Manson: le migliori cover e i successi più famosi

Le migliori canzoni di Marilyn Manson

Marilyn Manson e la sua band, che porta il suo stesso nome, hanno avuto un ruolo significativo nel panorama musicale degli anni Novanta. La loro musica ha contribuito a rendere l’industrial commerciale, grazie anche al carisma provocatorio del proprio frontman. Esaminiamo insieme cinque dei brani più importanti e famosi della loro carriera.

Marilyn Manson – Sweet Dreams

Il primo grande successo dei Manson è stato una cover. Uno dei tratti distintivi del gruppo è stato fin dall’inizio la rivisitazione di brani celebri, reinterpretati con il loro stile inconfondibile. Un esempio lampante è Sweet Dreams (Are Made of This), in una versione molto più oscura e inquietante rispetto all’originale dei Eurythmics.

Marilyn Manson – The Beautiful People

Il primo singolo estratto dall’album Antichrist Superstar del 1996, ha lanciato la band verso il successo mondiale. Il brano affronta il tema di ciò che Manson definisce la ‘cultura del bello’, in relazione alle teorie di Friedrich Nitzsche sui ‘deboli’ e i ‘forti’. È stato inserito al 28º posto nella classifica delle 40 migliori canzoni metal di sempre da VH1 nel 2006.

Marilyn Manson – The Dope Show

Dopo l’oscurità di Antichrist Superstar, il gruppo decide di fare un passo indietro con il nuovo album Mechanical Animals, presentando un brano che richiama il glam degli anni Settanta di artisti come Marc Bolan e David Bowie. Il pezzo denuncia il narcisismo e il consumismo nel mondo della musica.

Marilyn Manson – Disposable Teens

Con l’arrivo del nuovo millennio, la band pubblica Holy Wood (In the Shadow of the Valley of Death) nel novembre del 2000, anticipato dal doppio singolo Disposable Teens. Il brano descrive cosa spinge i giovani ad agire violentemente contro autorità e genitori, riprendendo in parte il testo di Revolution dei Beatles.

Marilyn Manson – Personal Jesus

Chiudiamo con un’altra cover celebre dei Manson, dopo quella di Sweet Dreams. Si tratta di Personal Jesus, reinterpretazione in chiave industrial del brano dei Depeche Mode.