Nel suo brano “Tuta Gold” eseguito a Sanremo, il cantante 31enne Mahmood ha catturato l’attenzione menzionando di possedere ben cinque telefoni cellulari. In un’intervista, Mahmood spiega che ognuno di questi dispositivi serviva per uno scopo specifico: “Sì, avevano tutti funzioni diverse: amici, lavoro, video, foto”. Questa peculiarità del suo passato è ora un elemento che lo aiuta nel presente. “È un modo per affrontare il presente: bisogna ricordare certi errori per non commetterli più”, riflette l’artista, utilizzando la sua esperienza passata come fonte di ispirazione per la sua musica.
Le ancore di salvezza
Mahmood rivela che i suoi obiettivi sono sempre stati un punto fermo nei momenti difficili. “Le mie ancore sono sempre state gli obiettivi”, afferma. “Porsi dei traguardi può aiutarti a dare il meglio e a capire che cosa vuoi ottenere”. La sua infanzia, trascorsa con sua madre fino ai 27 anni, ha contribuito a concentrarsi sul perseguimento dei suoi obiettivi.
La relazione con il padre e le sfide affrontate
Il cantante affronta apertamente il tema del rapporto con suo padre e le difficoltà che ha dovuto superare. “Non ho uno scopo, non è una frase centrale, è un pretesto per raccontare momenti che si fanno fatica a superare, sono parte di quel castello da superare”, riflette Mahmood. Nonostante il dolore causato dall’abbandono paterno, Mahmood afferma di essersi rafforzato.
Le riflessioni su relazioni e società
Mahmood condivide anche le sue riflessioni sulla vita e sulle relazioni umane. “Ho paura di perdere le persone quando muoiono, ho paura della morte, mi piace vivere”, confida. “Ma nelle relazioni, se arriva il momento di dirsi addio, significa che è giusto così. Gli addii nei rapporti hanno un senso”. Sul fronte sociale, Mahmood riconosce che c’è ancora molto da fare per combattere il razzismo e promuovere la diversità sessuale. Come artista, ritiene importante condividere la sua esperienza per contribuire a normalizzare queste discussioni nella società.