Il leggendario Signor No di “Rischiatutto” racconta la sua vita tra mille domande di “cultura generale” e il ricordo di un vero amico, Ludovico Peregrini, con Mike Bongiorno.
Il baffo di Ludovico Peregrini si è imbiancato nel corso degli anni, ma la sua espressione autorevole è rimasta la stessa che lo ha reso famoso come “Signor No” durante la sua partecipazione al programma televisivo “Rischiatutto” insieme a Mike Bongiorno. Appassionato di libri antichi, Peregrini afferma di guardare poco la televisione, ma dimostra di essere comunque ben informato.
Quando gli viene chiesto perché non è più in televisione, Peregrini risponde scherzando che nessuno lo chiama più. Spiega che i programmi televisivi sono cambiati e che il suo terreno principale, quello dei giochi di “cultura generale”, è un po’ sparito. Durante i casting per il “Rischiatutto” di Fabio Fazio nel 2016, Peregrini ha notato che le persone sapevano poco di ciò che veniva chiesto durante il programma di Mike Bongiorno negli anni ’70. I programmi si sono adattati e oggi si preferiscono giochi di parole che non richiedono una grande cultura, ma solo un po’ di intuizione e attenzione. Peregrini riconosce che i giochi devono andare avanti e che i concorrenti devono essere trovati, altrimenti sarebbe un grosso problema.
Quando gli viene chiesto se questo impoverimento della cultura generale sia anche un po’ colpa di Mike Bongiorno e del passaggio dal quiz al game show, Peregrini ammette che c’è un po’ di verità in questa affermazione. Durante le edizioni di “Chi vuol essere milionario?” condotte insieme a Gerry Scotti, Peregrini ha notato che era difficile trovare concorrenti preparati per le domande più difficili. Le domande dei casting venivano “alleggerite” ogni anno per poter trovare ancora dei concorrenti. Peregrini riflette sul fatto che oggi, grazie a Internet, è possibile risolvere qualsiasi dubbio o problema in un attimo, quindi sembra non esserci più bisogno di avere una conoscenza approfondita.
Ludovico Peregrini inizia la sua carriera televisiva nel 1966 con Pippo Baudo a “Settevoci”. Afferma di aver avuto la fortuna di incontrare due storici autori del programma, Sergio Paolini e Stelio Silvestri, che lo hanno preso sotto la loro ala e gli hanno insegnato il mestiere con pazienza e amicizia. Dopo Baudo, Peregrini passa a lavorare con Mike Bongiorno, che aveva avuto dei flop televisivi. Peregrini racconta che Mike Bongiorno ha dovuto aspettare diversi mesi prima di essere ricevuto dalla Rai per presentare il programma che sarebbe diventato “Rischiatutto”. Inizialmente, Mike non era molto considerato, ma fortunatamente il programma piacque al pubblico. Peregrini afferma di aver aiutato Mike nel programma insieme a Paolo Limiti, che si occupava della parte più spettacolare, mentre lui si occupava della parte più culturale. Peregrini ammette che c’erano spesso litigi tra Mike e Limiti, ma che lui e Mike hanno instaurato nel tempo una certa amicizia. Peregrini ammette di essere sempre stato in soggezione nei confronti di Mike, anche dopo 30 anni di lavoro insieme.
“Rischiatutto” era l’adattamento italiano del programma americano “Jeopardy”. Peregrini spiega che hanno reso il programma più televisivo introducendo foto associate alle domande e, in alcuni casi, anche filmati. Questo creava un momento di spettacolo perché il pubblico non aveva accesso a Internet o ai cellulari per rivedere a piacimento eventi come il Festival di Sanremo o le vittorie di Fausto Coppi.
Peregrini conferma che Mike Bongiorno temeva che un concorrente esperto di paranormale, Massimo Inardi, leggesse nella sua mente e quindi tolse le risposte dalla sua cartelletta. Peregrini ammette che questa era solo una trovata di Mike per fare spettacolo e che l’idea funzionò.
Si dice anche che Mike avesse vietato a Peregrini di fare domande sull’antico Egitto perché era molto superstizioso. Peregrini conferma che sia lui che Mike erano superstiziosi e che pensavano che l’antico Egitto portasse sfortuna. Tuttavia, Peregrini racconta di un episodio in cui decisero di prendere un concorrente che sapeva tutto sugli Egizi. Durante la registrazione del programma, una giovane donna tra il pubblico svenne improvvisamente e fu portata in ospedale, ma non ci fu nulla da fare per lei. Peregrini e Mike si guardarono e da quel momento non hanno mai più parlato dell’antico Egitto.
Peregrini afferma di non aver mai subito tentativi di corruzione durante la sua carriera televisiva. Ammette che la redazione era molto austera e che sarebbe stato difficile tentare un approccio del genere.
Quando gli viene chiesto di giudicare il remake di “Rischiatutto” del 2016, Peregrini afferma che è stato un lavoro molto intelligente per svecchiare il programma. Tuttavia, ammette che il quiz ha delle regole e se si crea un’atmosfera non si può interrompere. Peregrini ricorda le parole di Mike, che diceva che “il quiz è la Santa Messa”.
Infine, Peregrini afferma di non guardare molti giochi televisivi, ma gli piacciono quelli in cui emerge la storia del concorrente e le sue emozioni. Cita come esempio il gioco dei pacchi (“Affari tuoi”), in cui il concorrente è protagonista con tutte le sue emozioni.
Peregrini ricorda anche un format americano che ha firmato, “Tutti x uno”, andato in onda su Canale 5 nel 1992. Si trattava di una trasmissione basata sui sondaggi a cui partecipavano gruppi di amici. Peregrini ritiene che il programma avrebbe potuto essere più valorizzato e considera un’occasione persa. Sottolinea che oggi i sondaggi in televisione funzionano molto bene.
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