All’inizio di questo mese, la multinazionale specializzata in reclutamento di dirigenti Odgers Berndtson ha pubblicato un’offerta di lavoro che, con un pizzico di understatement, ha definito «unica». Accanto all’annuncio del posto di preside per una scuola internazionale a San Paolo e alla ricerca di un nuovo presidente per il Woodland Trust (l’ente di beneficenza britannico dedicato alla conservazione del patrimonio boschivo), il sito web della società offriva un impiego che ha messo in fibrillazione i giornalisti che si occupano di reali: «Amministratore delegato per le Loro Altezze Reali i principi di Galles».
L’annuncio, scritto nel tipico gergo delle agenzie di collocamento, richiede una persona «dall’ego equilibrato» che sia dotata di «intelligenza emotiva» e abbia capacità di leader «servitore». Si legge poi che la risorsa «sarà responsabile dello sviluppo e dell’attuazione della strategia a lungo termine delle Loro Altezze Reali e del costante rafforzamento di una cultura della Casa Reale professionale e collaborativa». Il CEO, inoltre, dovrà essere «un leader in grado di dare l’esempio e infondere energia agli altri con positività, entusiasmo e ambizione».
Come ha confermato in seguito il palazzo, l’annuncio è autentico. In sostanza, il principe William e la principessa Kate cercano una nuova figura che si occupi della casa e ne gestisca lo staff di 60 persone. In parole povere, si tratta della versione di palazzo del ruolo di amministratore delegato della Royal Foundation dei principi di Galles (la fondazione che riunisce le iniziative filantropiche della coppia). Nel 2022, per sovrintendere all’organizzazione, William e Kate hanno assunto una persona di grande esperienza, la storica dirigente BAFTA Amanda Berry. È comprensibile che, per il ruolo di CEO del loro staff, desiderino qualcuno dotato di esperienza simile. Ciò spiega perché abbiano ingaggiato una società per l’assunzione di personale dall’esperienza consolidata nel settore non profit.
Un nuovo tipo di leader per la casa reale
A stupire, però, è quanto sarebbe diverso un leader positivo ed entusiasta dai classici «uomini in grigio», i mediatori dietro le quinte di cui si lamentavano la principessa Diana e il principe Harry. Da Wolf Hall a Game of Thrones, l’immagine dell’assistente ossequioso pronto a tradire ha alimentato la nostra idea degli intrighi di palazzo. Nella sua autobiografia, Harry denuncia le interferenze e la negatività dei cortigiani di cui si circondava la defunta regina, lasciando intendere che quelle rappresentazioni romanzate non sono poi così lontane dalla realtà. Inoltre, si dà per scontato che la monarchia sia di «ispirazione» di per sé. Riconoscere che la magia non è automatica rappresenterebbe davvero qualcosa di diverso.
Sul Telegraph, Camilla Tominey osservava che la nuova voce non costituisce un semplice cambio di nomenclatura per il segretario particolare, il tradizionale «comandante in seconda» di un membro della famiglia reale. William e Kate, infatti, manterranno i rispettivi segretari particolari e un intero staff di addetti stampa: la novità è che risponderanno al nuovo CEO. La coppia, che aveva già separato il proprio personale amministrativo da quello di re Carlo III e della regina Camilla in seguito alla loro ascesa al trono l’anno scorso, sta cercando di riorganizzare ulteriormente la casa reale e, secondo una fonte del Telegraph, è impaziente di prendere in prestito una «buona norma» dal settore privato (se il simbolismo non fosse abbastanza evidente, Richard Eden del Daily Mail ha scritto di aver inteso che il nuovo assunto riceverà anche un compenso più elevato rispetto ai segretari particolari, anche se il palazzo non ne ha ancora dato conferma).
Il ruolo dei segretari particolari nella famiglia reale
Per quasi due secoli, i legami fra i principali membri della famiglia reale e i loro segretari particolari sono stati inviolabili. Nella sua biografia del duca di Kent pubblicata nel 2022, Hugo Vickers ha sintetizzato il ruolo tradizionale del segretario particolare definendolo «la gestione della vita quotidiana e degli impegni ufficiali di un membro della famiglia reale», tra cui la gestione della corrispondenza, il rapporto con gli enti benefici e la pianificazione degli impegni formali. In apparenza, il lavoro sembra quello di un assistente personale, e di tanto in tanto si vede un segretario particolare che tiene una borsa o un regalo durante una cerimonia ufficiale. Al contempo, però, si tratta di un incarico di grande potere. In definitiva, i segretari particolari fungono da guardiani dei loro stessi capi, scegliendo chi vi può avere accesso e incanalandone le interazioni con altri nodi dell’apparato di palazzo. Per essere una gerarchia apparente, il palazzo è stato a lungo piuttosto decentralizzato, il che ha portato assistenti e segretari a contendersi le risorse e le prime pagine dei giornali (e contribuisce a spiegarne la propensione alle fughe di notizie).
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