In Cina, un progetto di legge che vieta di indossare abiti e simboli “dannosi per lo spirito del popolo cinese” ha acceso un acceso dibattito sui social e tra i giuristi. La proposta è parte di una serie di modifiche e riforme alle leggi sulla pubblica sicurezza annunciate di recente da Pechino.
Secondo la normativa proposta, le persone che indossano o costringono altri a indossare abiti e simboli che “minano lo spirito o feriscono i sentimenti della nazione cinese” potrebbero essere detenute fino a 15 giorni e multate fino a 5.000 yuan (circa 635 euro). Le stesse sanzioni si applicherebbero anche a coloro che diffondono articoli o discorsi lesivi del sentimento nazionale, come “insulti, calunnie o offese ai nomi di eroi e martiri locali”, e a coloro che compiono atti vandalici contro le loro statue commemorative.
Il dibattito sul progetto di legge è particolarmente acceso sui social media cinesi, soprattutto su Weibo, l’equivalente cinese di Twitter. Gli utenti e gli esperti criticano la formulazione vaga della legge, che potrebbe aprire la strada ad abusi da parte delle autorità di pubblica sicurezza.
Zhao Hong, professore di diritto presso l’Università cinese di scienze politiche e diritto, ha sottolineato che la mancanza di chiarezza potrebbe portare a violazioni dei diritti personali. Ha sollevato il timore che le forze dell’ordine, con un’interpretazione personale del danno, possano giudicare moralmente gli altri al di là del quadro legale.
Questo progetto di legge si inserisce in un contesto in cui il Partito comunista cinese del presidente Xi Jinping ha diffuso “linee guida morali” nel 2019, che includono direttive sul comportamento educato, il viaggio a impatto ambientale ridotto e la “fiducia” nei confronti del presidente Xi e del partito.
Il dibattito sul progetto di legge sull’abbigliamento in Cina evidenzia alcune delle preoccupazioni riguardanti la libertà di espressione e l’interpretazione delle norme da parte delle autorità di pubblica sicurezza. La formulazione vaga della legge e la potenziale violazione dei diritti personali sollevano dubbi sul futuro della libertà individuale nel paese.
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