Le comunità vivono gli effetti dei progetti di combustibili fossili
La società di private equity Kohlberg Kravis Roberts & Co. (KKR), una delle più grandi al mondo, ha pubblicato il suo rapporto sulla sostenibilità del 2022, in cui afferma di impegnarsi in investimenti ecologicamente responsabili e nel supporto alla decarbonizzazione. Tuttavia, un rapporto dell’iniziativa Private Equity Climate Risks, che ha indagato sull’impatto del private equity sulla crisi climatica, sostiene che KKR ha fatto solo promesse vuote e sta continuando a danneggiare le comunità marginalizzate.
Il rapporto si concentra su tre progetti di combustibili fossili in cui KKR è fortemente coinvolta finanziariamente: l’oleodotto Coastal GasLink in Canada, il progetto Port Arthur Liquified Natural Gas (LNG) in Texas e il progetto Cameron LNG in Louisiana. Questi progetti stanno danneggiando attivamente le persone a basso reddito, nere, marroni e indigene, caratterizzandosi per il razzismo ambientale, secondo il rapporto.
Alyssa Moore, coautrice del rapporto e ricercatrice per l’organizzazione Global Energy Monitor, specializzata in dati sull’energia pulita, sostiene che una maggiore consapevolezza dei rischi concreti di tali investimenti potrebbe contribuire a richiedere un cambiamento e una trasparenza necessaria nell’industria del private equity.
Il rapporto del Private Equity Climate Risks del 2022 ha evidenziato la mancanza di supervisione regolamentare nel settore del private equity, che ha facilitato l’investimento di miliardi di dollari nelle società di combustibili fossili senza adeguata supervisione pubblica.
Le società di private equity utilizzano denaro di investitori, come individui ricchi o istituzioni come fondi pensione, per creare fondi che possono acquistare società e altre attività. KKR e altre società di private equity sono state criticate per privilegiare i profitti a breve termine a discapito della sostenibilità a lungo termine delle società del loro portafoglio.
Nonostante l’impegno dichiarato di KKR verso la transizione verso l’energia rinnovabile, il rapporto del Private Equity Climate Risks ha rivelato che il 78% delle società nel suo portafoglio energetico è ancora investito nei combustibili fossili. Questo rapporto fa parte di una più ampia campagna che chiede responsabilità da parte di KKR e altre società di private equity.
Le comunità coinvolte si oppongono ai progetti finanziati da KKR. Per esempio, l’oleodotto Coastal GasLink, che attraversa la Columbia Britannica, ha suscitato forti proteste dalla nazione indigena Wet’suwet’en, nonostante l’azienda sostenga di aver coinvolto input indigeni nelle decisioni sul percorso dell’oleodotto.
Nel Golfo del Messico, sia la parrocchia di Cameron in Louisiana che Port Arthur in Texas, comunità che hanno una forte presenza di residenti neri e marroni, stanno affrontando alti livelli di inquinamento e tossicità a causa del finanziamento dei combustibili fossili da parte di KKR.
Roishetta Ozane, coordinatrice del Gulf Fossil Finance per la Texas Campaign for the Environment e fondatrice dell’organizzazione The Vessel Project in Louisiana, ha sottolineato come queste ingiustizie abbiano un impatto sulla salute dei residenti. Lei stessa ha una figlia con problemi di salute causati dall’ambiente. Ozane ritiene che KKR e altre società di private equity potrebbero fare parte della soluzione, se prendessero provvedimenti investendo in energie rinnovabili, spazi verdi e infrastrutture sostenibili nelle comunità.
In conclusione, i progetti di combustibili fossili finanziati da KKR stanno danneggiando le comunità marginalizzate. Nonostante le promesse di sostenibilità, KKR continua ad investire nei combustibili fossili. Le comunità coinvolte chiedono un cambiamento e maggiori responsabilità da parte delle società di private equity come KKR.
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