Kasia Smutniak: la lotta per la parità di genere e l’oppressione delle donne nel mondo dello spettacolo

La lotta contro la violenza sulle donne: una battaglia antica ma ancora attuale

La violenza contro le donne ha radici profonde che affondano nel passato remoto. Questa visione distorta della donna, che ha permeato la nostra cultura, è ancora presente oggi. Kasia Smutniak, attrice e regista, ne è testimone: “Nella mia carriera sono stata completamente sottovalutata nelle mie capacità e quindi nelle mie intenzioni”, ha dichiarato. Durante una serata organizzata a Milano da Pomellato a sostegno di Cadmi – Casa di accoglienza delle donne maltrattate, in occasione della Giornata Mondiale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne, Kasia ha condiviso la sua esperienza di donna che ha sempre lottato contro la cultura patriarcale: “Ho dovuto nascondere la mia femminilità e mascherarla”, ha spiegato. “Fin da giovane ho capito cosa non dovevo fare per sopravvivere in una società e ottenere ciò che volevo. Non potevo dimostrare di essere più intelligente, forte, brillante o divertente di un uomo. Non potevo guadagnare di più o essere più ambiziosa”.

Kasia, come donna, aveva solo il permesso di essere “bella”. Dopo un lungo percorso, ora che ha 44 anni, è riuscita a scegliere un uomo che non si sente minacciato dalla sua presenza, imparando dagli errori commessi lungo il cammino.

Durante il suo monologo, ispirato al suo docufilm “Mur”, che denuncia il muro anti-migranti recentemente costruito tra Polonia e Bielorussia, Kasia Smutniak ha letto alcune delle frasi sessiste che sono state pronunciate nel corso dei secoli per dimostrare l’inferiorità delle donne. Queste frasi sono state raccolte da Tama Starr nel libro “La naturale inferiorità delle donne”, che Kasia ha definito come un’opera da leggere per comprendere le origini dei pregiudizi e il problema che la nostra cultura affronta. Tra queste citazioni, troviamo quella di Pitagora nel VI secolo a.C., che sosteneva l’esistenza di un principio del Bene che ha creato l’ordine, la luce e l’uomo, e un principio del Male che ha creato la donna, il caos e le tenebre. Erodoto affermava che “una donna, spogliandosi dei suoi indumenti, si spoglia del suo diritto di essere rispettata”. Nel 1857, Baudelaire definiva la donna come “detestabile”, mentre Samuel Johnson nel 1763 affermava che “una donna che predica è come un cane che cammina su due zampe: non lo fa bene ma ti sorprende che riesca a farlo”.

“La nostra storia dovrebbe essere scritta, non credi?” commenta l’attrice. Conclude il suo intervento citando Elena, la sorella di Giulia Cecchettin, brutalmente uccisa dal suo ex fidanzato: “Non c’è un posto in Italia dove una donna possa sentirsi al sicuro, non c’è un uomo di cui ci si possa fidare.


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