Investimenti verdi dell’UE: uno strategico piano per il futuro

Il think tank internazionale Bruegel ha recentemente pubblicato un documento in cui suggerisce che l’Unione Europea dovrebbe sviluppare un piano per gli investimenti verdi al fine di salvaguardare il Green Deal europeo. Secondo i ricercatori di Bruegel, questo piano dovrebbe includere regole di bilancio che permettano ai Paesi più indebitati di rallentare la riduzione del debito pubblico a condizione che realizzino investimenti per ridurre le emissioni inquinanti.

Il piano per gli investimenti verdi proposto da Bruegel mira ad assicurare che le sovvenzioni verdi dell’UE rimangano almeno al livello attuale di 50 miliardi di euro all’anno, anche dopo la progressiva eliminazione dei finanziamenti attuali per la ripresa post-pandemia nel 2026. Per raggiungere questo obiettivo, gli esperti suggeriscono che l’UE dovrebbe reperire nuove risorse per un totale di 180 miliardi di euro tra il 2024 e il 2030.

Il documento propone anche alcune modifiche all’attuale proposta di riforma della governance economica dell’Unione Europea. Gli esperti suggeriscono che i Paesi con un debito pubblico superiore al 60% del PIL, ma con finanze pubbliche sostenibili, dovrebbero essere autorizzati a ridurre il debito a un ritmo più lento a condizione che effettuino ulteriori investimenti per ridurre le emissioni di gas serra.

Gli esperti di Bruegel sostengono inoltre che il quadro di governance dell’energia e del clima dell’UE necessita di una profonda revisione. Oltre ai finanziamenti, ritengono che tutte le emissioni dovrebbero essere soggette al sistema di scambio delle emissioni (Ets). Prevedono che entro il 2030, i sistemi separati di scambio delle emissioni copriranno le emissioni industriali e quelle degli edifici/trasporti, che rappresenteranno i tre quarti di tutte le emissioni territoriali. Suggeriscono inoltre la creazione di un terzo Ets per i settori non ancora coperti e l’unificazione dei meccanismi di controllo delle emissioni entro il 2040.

Il rapporto propone anche l’istituzione di un’Agenzia Europea per l’Energia, che avrebbe il compito di raccogliere e rendere disponibili dati per il processo decisionale, monitorare sistematicamente gli sviluppi che potrebbero richiedere correzioni di rotta, mantenere strumenti di modellazione aperti e preparare valutazioni indipendenti delle politiche energetiche dell’UE e degli Stati membri.

Infine, il documento suggerisce l’organizzazione di vertici europei speciali almeno una volta all’anno, con i preparativi svolti da un gruppo di sherpa dell’energia e del clima dell’UE. Inoltre, gli esperti ritengono che lo sviluppo e il funzionamento della rete di trasmissione dovrebbero essere guidati dalla minimizzazione dei costi e suggeriscono che un operatore europeo indipendente del sistema di rete sarebbe in grado di garantire un utilizzo ottimale della trasmissione transfrontaliera, favorendo così gli investimenti.

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