Inquinamento da sostanze nocive: allarme nei fiumi e ruscelli europei

L’inquinamento da glifosato, un erbicida ampiamente utilizzato, è diventato sempre più preoccupante nell’Unione Europea (UE). Le Organizzazioni Non Governative (ONG) stanno intensificando i loro sforzi alla luce dei risultati di uno studio europeo che ha rivelato la presenza di questa sostanza nelle acque di fiumi e ruscelli in 11 dei 12 paesi analizzati.

Il glifosato è stato rilevato dopo l’applicazione di pesticidi, sollevando serie preoccupazioni riguardo agli effetti sulla vita acquatica, la qualità dell’acqua potabile e la salute umana. La Commissione Europea (CE) è sotto pressione per rinnovare o meno l’autorizzazione all’uso di questa sostanza controversa per altri 15 anni, ma non sembra disapprovare il suo uso o ridurlo significativamente.

Uno studio ha rivelato che il Portogallo è il paese con la più alta concentrazione di glifosato nelle acque dolci. Un campione prelevato a Idanha-a-Nova conteneva 30 volte più glifosato rispetto al limite legale per l’acqua potabile. In generale, 17 dei 23 campioni analizzati contenevano glifosato e AMPA al di sopra di 0,2 μg/L.

È importante sottolineare che il limite di sicurezza del glifosato nell’acqua potabile è di soli 0,1 μg/L, e cinque dei campioni prelevati in Austria, Spagna, Polonia e Portogallo contenevano concentrazioni tossiche per il consumo umano. Nel 2017, il Portogallo ha vietato l’uso del glifosato in luoghi pubblici, come asili, scuole e ospedali, ma questa misura non sembra ancora sufficiente.

L’uso diffuso del glifosato in agricoltura e la sua presenza in diverse fonti solleva dubbi sul suo impatto sull’ambiente e sulla salute. Nel 2015, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha classificato il glifosato come un potenziale cancerogeno.

Nonostante le preoccupazioni e la classificazione dell’OMS, l’uso del glifosato è stato rinnovato nell’UE nel 2018 per altri 5 anni a causa di dubbi sulla sua sicurezza. La proposta della CE di ridurre l’uso di pesticidi, compresi gli erbicidi, del 50% entro il 2030 come parte della nuova Politica Agricola Comune (PAC) è stata criticata per la sua proposta di rinnovare l’autorizzazione all’uso del glifosato per altri 15 anni.

Nonostante l’Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche (ECHA) abbia dichiarato nel maggio 2022 che il glifosato non è cancerogeno, la sostanza è considerata potenzialmente dannosa per la salute umana e la vita acquatica, causando almeno gravi problemi agli occhi e con effetti duraturi.

La decisione di rinnovare l’autorizzazione all’uso del glifosato da parte della CE dovrebbe essere votata a metà del prossimo mese. La società civile, gli scienziati, i ricercatori e i legislatori stanno osservando da vicino l’evoluzione possibile di questa misura. La necessità di una valutazione rigorosa e basata su prove dei rischi derivanti dall’uso del glifosato è essenziale per proteggere la salute delle persone e l’ambiente nell’Unione Europea.

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