L’architetto spagnolo Alberto Carlos Baeza ha definito la sala “isotropa” del Robert Olnick Pavillion come “lo spazio più bello che abbia mai costruito”. Questa sala, un cubo di 10 metri per lato, è caratterizzata da finestre equidistanti che permettono alla luce di entrare come una meridiana, illuminando le opere dell’artista italiano Ettore Spalletti.
Il Robert Olnick Pavillion è la nuova ala di Magazzino, un museo di Cold Springs specializzato nell’arte italiana dalla seconda metà del Novecento. Questa nuova sezione permetterà di quasi raddoppiare gli spazi del museo. La nuova ala è stata inaugurata dalla ambasciatrice italiana a Washington, Mariangela Zappia, e dal console generale a New York, Fabrizio Di Michele.
La nuova ala è dedicata a Robert Olnick, padre di Nancy Olnick, la collezionista newyorchese che, insieme al marito italiano Giorgio Spanu, ha fondato Magazzino nel 2017. Nancy Olnick ha ricordato come suo padre, cresciuto in povertà durante la Grande Depressione, le abbia insegnato l’importanza dell’istruzione come strumento per costruire il futuro.
La nuova ala di Magazzino è stata inaugurata con una serie di mostre. Oltre al progetto speciale su Spalletti, sono state presentate una mostra su Mario Schifano e una selezione di vetri di Carlo Scarpa dalle collezioni Olnick-Spanu.
La mostra su Schifano, curata da Alberto Salvadori e organizzata in collaborazione con l’Archivio dell’artista, coincide con il sessantesimo anniversario della prima delle tre visite dell’artista negli Stati Uniti.
Fino all’8 gennaio 2024 sarà possibile visitare “Ettore Spalletti: Parole di colore”, un progetto appositamente concepito per il nuovo padiglione dalla Fondazione Ettore Spalletti e da Salvadori in collaborazione con l’architetto Baeza. Cinque opere di Spalletti sono installate all’interno della sala isotropa.
Fino al 31 marzo 2025 sarà invece possibile visitare la mostra su Carlo Scarpa: “Capolavori Senza Tempo”, curata da Marino Barovier. La mostra presenta, attraverso una selezione di 56 vetri di Murano, il percorso creativo del celebre architetto dal 1926 al 1947, periodo in cui collaborò con le due più importanti fornaci muranesi dell’epoca: M.V.M. Cappellin & Co. e Venini.
Con l’aggiunta del Robert Olnick Pavillion, il museo Magazzino si espande, diventando composto da due edifici indipendenti. Il primo continuerà a essere dedicato all’Arte Povera, mentre il secondo ospiterà esposizioni temporanee, spazi multimediali, un caffè e un centro didattico. Entrambi gli edifici sono stati progettati con un occhio di riguardo alla sostenibilità, sia in termini di fabbisogno energetico che di impiego di maestranze locali nella costruzione.
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