Il manifesto post femminista di Maria Grazia Chiuri per Dior

Un maxi schermo luminoso gremito di slogan femministi, ludici ma anche molto graffianti, è l’installazione che funge da variopinto fondale della passerella su cui Maria Grazia Chiuri ha fatto sfilare la collezione pret-à-porter di Dior per l’estate prossima.

Stavolta la stilista, molto sensibile alle istanze del mondo che la circonda ed estremamente aperta al dialogo sui grandi temi del dibattito sociale contemporaneo, ha affidato all’artista Elena Bellantoni, che ha ideato il concept ‘Not her’, il compito di sviluppare una narrazione eloquente che punta il dito contro la mascolinità tossica e le tare ataviche di un patriarcato ancora purtroppo duro a morire; la cronaca nera delle ultime settimane, soprattutto in Italia, ne è la cartina di tornasole. Ma Chiuri non ci sta, e denuncia, insieme all’artista, la ridda di stereotipi di genere ancora radicati sulla condizione femminile accanto alla grave situazione di violazione dei diritti che non è più tollerabile.

Con arguta ironia l’ispirata designer italiana, che dal 2016 è direttrice artistica del womenswear della maison Dior, rilegge nella nuova sfilata la figura storica della strega, retaggio della propaganda culturale e ideologica femminista degli anni Settanta, ma anche simbolo di anticonformismo e di libero pensiero potenzialmente sovversivo verso un establishment sempre più allergico alla diversità e all’inclusione.

Vari capi della collezione, quasi tutti giocati sulla preminenza del binomio bianco e nero, citano una scollatura asimmetrica ‘abandon’ tratta dall’archivio, o sono caratterizzati da forme architettoniche e lavorazioni inedite: il denim sembra fumé, la maglieria ha l’aspetto di una maglia di metallo e la pelle presenta un effetto vinile, mentre l’utilitywear dai dettagli metallici acquista un timbro couture nei parka che fondono lo streetwear e il lusso urbano. Il défilé parigino ripropone in chiave nuova tutti i must dello stile Chiuri per una moderna Giovanna d’Arco: dalla romantica gonna a ruota alle candide bluse oversize dalla foggia mannish, fino ai coat stampati con pennellate decise, ai lunghi abiti di pizzo macramé guarniti da rouche e alla giacca bar rivisitata da cui Christian Dior partì nel 1947.

Le scarpe più nuove sono sandali appuntiti da gladiatrice in gros grain arricciato, e si portano sull’abito dalla linea scivolata in seta nera ridotta a tanti listini fluttuanti. Ad applaudire la collezione schierati in prima fila, avvistati Charlize Theron, Robert Pattinson, Jennifer Lawrence, Pierre Casiraghi e Beatrice Borromeo.


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