Il kolossal camp di Dsquared2: back to the roots

Un party in orbita su una nave spaziale con un dance floor che avrebbe fatto impallidire Steve Rubell, ideatore dello Studio 54. Fra disco music e intelligenza artificiale, echi Y2k e reminiscenze anni’70, i due gemelli canadesi Dsquared2 hanno orchestrato l’altra sera uno show fantasmagorico come da anni non si vedeva sulle loro passerelle. Era ora! In fondo un assaggio di un auspicato cambio di marcia del brand in una direzione più glamour e meno concettuale si era già percepito a giugno con l’irriverente ma azzeccatissimo show dedicato ai gaudenti latin lovers di oggi, epigoni di Rocco Siffredi.

E ora il dinamico duo della moda ci riprova sottolineando il suo ritorno alle radici, all’atmosfera funny e scanzonata delle prime sfilate alla fine degli anni’90 quando i due monelli del gotha fashion sdoganarono nella moda il look causal ma ricercato del boscaiolo sexy e ammiccante che adora divertirsi in città spassandosela fra champagne, danze scatenate e notti selvagge. Un’immagine dissacrante e vincente che ha messo il turbo dal 1996 in poi alla folgorante scalata nella moda del marchio italo canadese, ormai sinonimo di uno streewear sofisticato e un po’ sulfureo che occhieggia al tailoring e che piace molto a Michael Bublé, a Zlatan Ibrahimovic ma anche alla generazione Z.

La sfilata coed, giocata sul doppio e sui gemelli diversi, (i due designer hanno reclutato per il cast dello show ben 24 coppie di gemelli omozigoti di cui 15 per la parte menswear) sviluppa con grinta e sex appeal il tema della metamorfosi fra sdrucito e habillé, ruvido e sofisticato proponendo un’ampia gamma di trattamenti e soluzioni stilistiche molto sfiziose e innovative che enfatizzano la ricchezza e la bellezza della diversità nel segno del layering più creativo che ci sia.

E se per il daywear il guardaroba di stagione assembla denim rattoppato e intinto nel fango e nella neve, montoni vintage, capi cropped ma oversized, chaps muniti di tasconi, parka imbottiti convertiti in anorak di eco pony, cappelli da aviatore e cappucci di suede, canotte bianche e shorts da toyboy il tutto abbinato ad anfibi e a stivaletti leggermente rialzati, la sera segna un’esplosione di glamour disinibito e di piccante sensualità che si riverbera anche nella sezione femminile dello show e che domina poi i rutilanti look maschili da space cowboy, le giacche guarnite da catenelle e i tuxedo raffinati abbelliti da tagli sartoriali. Effetti grafici stile Memphis, suit in nappa nera da tombeur de femmes e trovate d’impatto come i completi shiny rivestiti da specchietti simili a sfere stroboscopiche accendono l’eveningwear piu’ sexy e festaiolo. Chiudono lo show i due stilisti, uno infilato in una audace camicia di chiffon nero aperta fino al pube che ricorda le prime collezioni del 2000 al Borgo del Tempo Perso, e l’altro issato su caracollanti tacchi a spillo che incede disinvolto fasciato da un provocante abito da femme fatale con tanto di parrucca vermiglia e strascico molto drag race. E’ qui la festa!


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