Antonino Laganà, il fratello di Kevin Laganà, una delle cinque vittime dell’incidente ferroviario di Brandizzo, è uscito dalla procura di Ivrea dopo essere stato sentito come testimone. Accompagnato dal padre Massimo e dall’avvocato Enrico Calabrese, che sta difendendo la famiglia, Antonino ha rilasciato alcune dichiarazioni che hanno suscitato grande interesse e indignazione.
Il focal point delle sue affermazioni è stato un video girato dallo stesso Antonino, in cui si può vedere suo fratello sulle rotaie della stazione poco prima che il treno arrivasse travolgendo e uccidendo lui e gli altri quattro operai. Questo video, divenuto virale sui social media, ha generato svariate reazioni e ha portato alla luce interrogativi sulle responsabilità dell’incidente.
“Mio fratello si è fatto autogiustizia”, ha dichiarato Antonino Laganà all’uscita dalla procura di Ivrea. Questa frase, lasciata senza ulteriori spiegazioni, ha aperto un dibattito su cosa intendesse esattamente Antonino, lasciando spazio ai commenti più vari e alle supposizioni più fantasiose.
Antonino è giunto in procura qualche minuto dopo le 9 del mattino ed è rimasto per circa quattro ore ad essere interrogato. Durante questo tempo, probabilmente gli inquirenti hanno cercato di capire il motivo per cui Kevin e gli altri operai si trovavano sui binari e se potevano aver commesso qualche errore o negligenza che abbia contribuito all’incidente.
L’incidente ferroviario di Brandizzo ha scosso profondamente l’opinione pubblica e ha sollevato importanti questioni sulla sicurezza delle infrastrutture ferroviarie e delle operazioni di manutenzione. Sin dal momento dell’incidente, molti hanno sostenuto che ci sono state mancanze nella gestione del cantiere in cui lavoravano i cinque operai deceduti.
È ancora prematuro trarre conclusioni definitive da questa tragica vicenda, ma l’audizione di Antonino Laganà potrebbe fornire nuovi elementi fondamentali per la comprensione di quanto accaduto. Gli inquirenti continueranno ad analizzare il video e gli altri elementi di prova raccolti durante le indagini al fine di determinare le eventuali responsabilità e adottare le misure necessarie per evitare che simili tragedie accadano in futuro.
Mentre la procura di Ivrea prosegue con le indagini, familiari, amici e la comunità locale continuano a piangere la perdita di cinque vite giovani e a chiedere giustizia. Nel frattempo, l’opinione pubblica resta in attesa di ulteriori sviluppi sul caso, sperando che le responsabilità vengano accertate e che si adottino le disposizioni necessarie per impedire che simili incidenti accadano di nuovo.
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