Azione principale da parte dei residenti di Fukushima contro il rilascio di acqua trattata nell’oceano dalla centrale nucleare dismessa. In una causa intentata venerdì, circa 150 cittadini provenienti da Fukushima e dalla prefettura vicina di Miyagi si sono rivolti al tribunale locale per fermare le operazioni di scarico, accusando il governo centrale e l’operatore dell’impianto, Tokyo Electric Power (Tepco).
I querelanti sostengono che lo scarico dell’acqua, iniziato il 24 agosto, minaccia “il diritto dei cittadini a vivere in sicurezza e ostacola le attività dei pescatori locali”. Chiedono l’annullamento dell’approvazione delle autorità di regolamentazione nucleare per le strutture installate e un divieto su ulteriori lavori. Un’altra causa potrebbe essere intentata entro la fine di ottobre, come riportato dall’agenzia Kyodo, che ha citato la dichiarazione dell’avvocato Hiroyuki Kawai in una conferenza stampa rappresentando il gruppo dei querelanti. L’Autorità di Regolamentazione Nucleare (NRA) non ha commentato la questione, dichiarando di non aver ancora ricevuto l’azione legale, mentre Tepco ha dichiarato che risponderà “in modo appropriato” dopo aver esaminato il caso.
In un rapporto pubblicato ieri, l’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (IAEA) ha dichiarato che i livelli di trizio nell’area marina vicino alla centrale nucleare di Fukushima sono ben al di sotto degli standard di sicurezza e sono in linea con i valori rilasciati dall’operatore dell’impianto e dal Ministero dell’Ambiente giapponese. L’IAEA ha anche ricordato che le centrali nucleari di tutto il mondo rilasciano regolarmente acqua trattata contenente bassi livelli di trizio e altri radionuclidi nell’ambiente.
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