Una pagina Facebook difende Filippo Turetta, ma suscita indignazione
Il terribile episodio che ha coinvolto Giulia Cecchettin ha scosso profondamente l’intera nazione, lasciando tutti sconvolti e disorientati. Una giovane studentessa di Ingegneria biomedica, con un futuro promettente davanti a sé, è stata strappata alla vita in una tragica notte di novembre. L’autore di questo gesto folle è il suo ex fidanzato, Filippo Turetta, un evento che ha scatenato una valanga di rabbia, dolore e interrogativi.
In seguito a questa tragedia, è emersa una narrazione complessa e contraddittoria intorno a Turetta, alimentata in parte da una pagina Facebook intitolata “Filippo Turetta bravo ragazzo”. Secondo i suoi creatori, questa piattaforma sociale è stata creata per smentire le presunte inesattezze diffuse dai media sulla persona in questione.
Tuttavia, ciò che sembra essere difeso da questa pagina non è tanto il ragazzo accusato di un gesto atroce, ma piuttosto una visione del suo carattere e del suo comportamento che contrasta con l’atto folle commesso.
Le pubblicazioni su questa piattaforma sociale, scritte in difesa di Turetta, hanno suscitato una serie di critiche e indignazione. Frasi come “In questo momento difficile per Filippo ci sentiamo di dedicargli questa canzone del grande Peter Gabriel dedicata a Steven Biko, come Filippo ingiustamente arrestato. Speriamo che gli serva per dargli forza” o “Questo clima di caccia alle streghe è puerile e indegno di un paese civile” hanno suscitato reazioni forti e sconcertanti. Soprattutto perché sembrano ignorare la gravità del gesto commesso, minimizzando i sentimenti che hanno colpito la famiglia Cecchettin.
La pagina ha attirato un numero modesto di seguaci, ma ha principalmente ricevuto commenti negativi e di condanna. Gli utenti indignati hanno espresso apertamente la loro disapprovazione di questa difesa, invitando addirittura gli altri a segnalare la pagina alle autorità competenti.
Elena, la sorella della ragazza scomparsa, ha voluto sollevare una riflessione più ampia sul concetto di “bravo ragazzo”. Ha affermato che non si tratta solo di individui mostruosi, ma anche di individui influenzati da una mentalità patriarcale. Il ritratto dipinto di Filippo Turetta come un “ragazzo modello” in contrasto con l’orribile atto contro Giulia ha sollevato domande cruciali sulla superficialità delle apparenze e sulla complessità della natura umana.
Filippo Turetta, un giovane che, secondo quanto emerso, avrebbe avuto un ruolo attivo nella pianificazione della festa di laurea della vittima, si trova ora al centro di un enigma: come può una persona, descritta come un modello di comportamento, compiere un gesto del genere? L’interrogativo rimane aperto e, mentre la giustizia segue il suo corso, l’opinione pubblica cerca risposte in un caso che continua a suscitare sconcerto e domande sulla complessità umana e sulle apparenze ingannevoli che possono nascondere verità oscure.
Lascia un commento