Fassino alza il morale a Schlein: “Benvenuti a tutti, senza guardare chi se ne va”

Piero Fassino, membro della Direzione del Partito Democratico, ha risposto alle parole della segretaria dem Elly Schlein con una dichiarazione chiara: “Noi ci rallegramo per chi arriva, non per chi se ne va”. Fassino ha espresso la speranza che le parole di Schlein siano state dettate più dal contesto che dai suoi reali convincimenti. Non può credere che la risposta della segretaria del partito davanti alle dimissioni dei dirigenti e dei militanti in difficoltà sia stata solo quella di affermare che avevano sbagliato a scegliere il Pd.

Stamattina, Elly Schlein ha parlato durante la Festa del Fatto Quotidiano dicendo: “È sempre un dispiacere quando qualcuno decide di andarsene, ma se ci rendiamo conto che qualcuno non si sente a casa in un Pd che lotta per il salario minimo, per l’istruzione, per l’ambiente, per i diritti e per un lavoro di qualità, allora forse l’indirizzo era sbagliato fin dall’inizio”.

Fassino ha ribadito che il Partito Democratico accoglie a braccia aperte coloro che scelgono di entrare a far parte del partito, ma non dovrebbe essere motivo di gioia quando qualcuno decide di lasciarlo. La risposta della segretaria dem sembra suggerire che chi ha lasciato il partito lo ha fatto perché non si sentiva rappresentato dai valori e dagli obiettivi del Pd. Fassino si chiede se l’indirizzo del partito sia stato sbagliato fin dall’inizio.

Schlein ha menzionato alcune delle principali battaglie del Partito Democratico, come il salario minimo, l’istruzione, l’ambiente, i diritti e il lavoro di qualità. Questi sono temi molto importanti per il Pd e Schlein sembra sottolineare che se qualcuno non si sente a proprio agio nel partito che li sostiene, forse è perché non condivide quei valori.

Fassino, tuttavia, afferma che il Partito Democratico rappresenta un’ampia gamma di opinioni e che è normale che al suo interno ci siano diverse posizioni. È un partito che accoglie le diversità e cerca di coniugare le varie sensibilità all’interno di un percorso comune. Quindi, coloro che hanno deciso di lasciare il partito non lo hanno necessariamente fatto perché l’indirizzo era sbagliato, ma potrebbero aver avuto altri motivi personali.

In conclusione, Fassino sottolinea che è importante rispettare le scelte personali di dirigenti e militanti che decidono di lasciare il partito, anche se è un dispiacere per il Pd perderli. È però necessario valutare con attenzione le motivazioni di queste partenze, senza necessariamente ricollegarle a un presunto errore dell’indirizzo del partito.

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