Farmaci, arriva la brutta notizia per i cittadini: ecco cosa si dovrà pagare ora. La nuova manovra ha allertato l’attenzione dei consumatori.
In linea generale la normativa in corso sul costo di alcuni farmaci prevede il pagamento del ticket farmaceutico da parte dei redditi più alti, una regola che è adottata dalla maggior parte delle regioni italiane. L’ente regione, coerente con le direttive nazionali, può disporre diversamente in merito al pagamento di alcuni farmaci e anche delle visite specialistiche. Le regioni, tenendo conto delle proprie esigenze territoriali, possono prendere posizioni autonome e diverse, ma devono sempre rispettare i principi di ordine nazionale.
Se gran parte delle regioni italiani prevedono il pagamento del ticket da parte di chi ha un reddito alto definito d’apposite tabelle, l’Emilia Romagna ha concesso alle fasce più ricche il non pagamento di alcuni farmaci legati ad apposite patologie come il diabete, ma anche una serie di antibiotici. Il che, secondo la giunta in carica, necessita di alcune modifiche. Da mesi di parla infatti della possibilità di far pagare la ricetta rossa alle persone abbienti, e ridimensionare anche i ticket delle visite specialistiche, oggi pagati da tutti.
L’assessore presidente della Regione, Michele de Pascale, ha parlato di un criterio di equità e di un uso più responsabile dei farmaci. La gratuità infatti porta ad avere più farmaci del necessario e realizzare maggiori sprechi nel settore: “Vogliamo introdurre un criterio d’equità, perché alla fine i redditi alti non pagano nemmeno un euro o due su una scatola di antibiotico su o altri farmaci, è un’ingiustizia”. La soglia Isee valutata è quella dei 35000 euro che porterebbe nelle casse della regione circa 70 milioni annui.
Nuovo ticket sui farmaci in Emilia Romagna
Dopo un confronto con i sindacati e tutte le parti interessate i vertici della regione dell’Emilia Romagna hanno optato per l’introduzione del ticket per le fasce abbienti. Ticket che era stato abolito nel 2020 e che oggi viene reintrodotto. Pascale ha preso atto di tutte le posizioni, ma in vista di un 2025 non facile per le casse della regione Emilia Romagna non poteva non prendere una decisione così rilevante.

In più occasioni ha infatti espresso la sua preoccupazione su come fronteggiare certe esigenze del territorio e non poteva fare tagli radicali. Del resto la sua regione era l’unica dove vigeva l’esenzione ticket anche per i ceti economicamente stabili. Il presidente della regioni ha così anticipato le sue intenzioni politiche:
“Nel 2025 abbiamo due strade: fare 250 milioni di tagli alla sanità o coprire quei 250 milioni. Non taglierò un euro alla sanità. Non voglio chiedere al sistema sanitario dell’Emilia-Romagna lo stesso livello di oggi, costando meno. Ma voglio migliorare le prestazioni costando uguale”.