Una novità importante arriva per i bambini, anche loro potranno studiare all’estero. Tutti i dettagli della notizia.
E’ arrivato in Italia il Baby Eramus 2024, un progetto nuovo e all’avanguardia, che può essere definito come una specie di Erasmus alla scuola dell’infanzia.
Protagonisti di questa bella iniziativa sono stati otto bambini spagnoli dai 3 a 6 anni che, stando a quanto riportato da tg24.sky.it, si sono avventurati in questa nuova esperienza europea di mobilità presso la scuola dell’infanzia comunale Grosso nel quartiere Navile di Bologna.
I piccoli con i loro sorrisi innocenti e zaino in spalla sono stati ospiti a Bologna fino a venerdì 12 aprile prima di rientrare a Huelva in Spagna.
Il Baby Erasmus rappresenta una delle prime esperienze svoltasi in Europa che consente alle scuole e ad altre organizzazioni attive nel campo dell’istruzione scolastica di organizzare attività di mobilità per l’apprendimento per gli alunni e il personale scolastico.
In cosa consiste il Baby Erasmus
Il Baby Erasmus è un’idea che si colloca all’interno del macro mondo Erasmus e che come focus principale si prefigge gli scambi interculturali, in termini di lingua, cultura e apprendimento.
Anche al personale, è offerta l’opportunità di svolgere attività quali job shadowing, corsi e incarichi di insegnamento che possono essere pianificate presso un’altra organizzazione all’estero. Per gli alunni, l’organizzazione può prevedere periodi di studio all’estero per singoli o per gruppi. Inoltre, l’organizzazione richiedente può ospitare insegnanti in formazione e invitare esperti dall’estero.
Perché è importante il Baby Erasmus 2024
Attività di questo tipo sono fonte di arricchimento culturale per i bambini, così come per gli studenti in età adolescenziale o in percorsi universitari. L’azione mira a sostenere l’internazionalizzazione e lo sviluppo istituzionale delle scuole e di altre organizzazioni attive nel campo dell’istruzione scolastica.
Far parte dell’Unione Europea, per un bambino che partecipa ad un Erasmus è un’occasione per apprendere, sin da giovani, i “valori dell’inclusione e della diversità, della tolleranza e della partecipazione democratica; promuovendo la conoscenza del patrimonio comune e della diversità europei; sostenendo lo sviluppo di reti professionali in tutta Europa”, così come riporta la nota Ue. Stessa ideologia vale anche per la promozione della qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento nell’istruzione scolastica: “sostenendo lo sviluppo professionale di docenti – è aggiunto sempre nella nota -, dirigenti scolastici o altro personale della scuola; promuovendo l’uso di nuove tecnologie e metodologie di insegnamento innovative; migliorando l’apprendimento delle lingue e promuovendo la diversità linguistica nelle scuole; sostenendo la condivisione e il trasferimento delle migliori pratiche nell’ambito dell’insegnamento e dello sviluppo scolastico”.