Elisa Claps: intervista alla madre e commento sulla fiction dedicata alla figlia

Una miniserie che conquista il cuore degli spettatori

“Per Elisa – Il caso Claps” è la miniserie Rai dedicata alla tragica storia di Elisa Claps, che ha suscitato grande interesse tra il pubblico. In un’intervista al Quotidiano Nazionale, la signora Filomena, madre di Elisa, ha condiviso le sue impressioni sul cast e sulla fiction Rai. La donna è rimasta colpita dalla sensibilità degli attori, che hanno dimostrato una straordinaria umanità nel trattare il personaggio di Elisa: “Ho seguito tutto, gli attori sono stati eccezionali, hanno mostrato una sensibilità unica. Hanno trattato Elisa come una persona di famiglia, entrando nella sua storia con grande delicatezza. Avevo dei timori, ma sono rimasta piacevolmente sorpresa”.

La possibilità di fermare il killer

Alla signora Filomena è stata posta una domanda cruciale: era possibile fermare Danilo Restivo, l’assassino di Elisa? La madre di Elisa ha risposto senza esitazione: “Certamente si poteva fermare. E quella mamma inglese non sarebbe morta. Per Elisa non c’era più nulla da fare, non si poteva salvarla. Ma quella donna sì. È stato terribile incontrare la ragazzina, il dolore si è rinnovato”.

Il secondo omicidio di Danilo Restivo

Dopo aver ucciso Elisa Claps, Danilo Restivo si è trasferito in Gran Bretagna, dove ha commesso un secondo omicidio, uccidendo la sua vicina di casa Heather Barnett. La signora Filomena ha raccontato di essere stata presente al processo per l’omicidio di Heather Barnett e di aver avuto un incontro sconvolgente con Danilo Restivo: “Sono andata a quel processo, ho incontrato la figlia della vittima, una ragazzina bellissima. Ho incrociato lo sguardo di Danilo, ci siamo guardati a lungo. Gli ho detto che sono qui e che ci sarò sempre. Lui non ha detto una parola, non ha avuto il coraggio di guardarmi in faccia. Era seduto dietro di me. Non ho mai insultato Danilo, nonostante quello che ha fatto. Ma i genitori? Quando ci rendiamo conto che un figlio è malato, dobbiamo cercare di aiutarlo e curarlo”.


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