Differenza di vestibilità tra due top simili

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Le polemiche sui social riguardo alle differenze evidenti tra i brand del fast fashion sono in continua crescita. Un recente tweet di una ragazza di nome Sara ha suscitato l’attenzione di molte persone, mettendo a confronto due canotte identiche di due noti marchi, ma con taglie visibilmente diverse. Questo ha evidenziato il problema dell’assenza di regolamentazione nella misurazione delle taglie sui cartellini.

Nel tweet, Sara ha pubblicato una foto che mostra due canotte nere, apparentemente dello stesso materiale e modello, ma molto diverse nelle dimensioni. Entrambe hanno la stessa taglia indicata sul cartellino, ma evidentemente vestono in modo diverso. Questo ha portato a una discussione sulle taglie dei diversi marchi, con molti utenti che hanno condiviso le proprie esperienze simili.

Molti utenti hanno commentato che le taglie sembrano essere completamente casuali e incoerenti. Alcune persone hanno riferito di dover indossare una taglia più grande di quanto fossero abituate, mentre altre si sono lamentate della variabilità delle misure all’interno dello stesso brand.

Se guardiamo anche ai marchi storici e molto famosi nel mondo del vintage, scopriremo che non è raro che lo stesso brand, nel corso degli anni, abbia ridotto le misure dei suoi capi. Pertanto, una donna che indossava una taglia M dieci anni fa potrebbe dover acquistare una taglia L dello stesso marchio senza aver preso peso.

Il motivo di queste discrepanze così evidenti sembra essere l’assenza di una codificazione universale delle taglie. Ogni brand decide autonomamente le misure da utilizzare, spesso in modo arbitrario e conveniente dal punto di vista economico. Alcuni marchi possono addirittura avere differenze nelle misure tra passato e presente, seguendo gli standard estetici correnti che promuovono corpi più magri.

La crisi globale, compresa la pandemia di Covid-19 e la guerra in Ucraina, sembra aver spinto alcuni colossi del fast fashion a cercare di risparmiare sul tessuto utilizzato per i loro capi. Anche solo pochi millimetri in meno possono portare a un notevole risparmio su milioni di indumenti prodotti ogni giorno.

Alcune persone potrebbero pensare che basta semplicemente provare una taglia più grande per risolvere il problema. Tuttavia, la questione potrebbe non essere così semplice, soprattutto per le ragazze giovani che spesso sono influenzate da un mondo virtuale che promuove corpi magri in taglie piccole. Questo può causare forti pressioni psicologiche, problemi alimentari e depressione.

In conclusione, le differenze evidenti tra i brand del fast fashion riguardo alle taglie dei capi stanno suscitando molte polemiche sui social media. Le discrepanze sembrano essere il risultato dell’assenza di una regolamentazione universale delle taglie e delle decisioni arbitrarie assunte dai singoli brand. La crisi globale ha anche portato i marchi a cercare di risparmiare sul tessuto utilizzato. Tuttavia, queste differenze possono avere un impatto negativo sulla salute mentale delle persone, specialmente dei giovani, che cercano di adattarsi a degli standard irrealistici.

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