Comico di Zelig: La struggente testimonianza del 13 dicembre 2015, quando ero sul ponte, indeciso se fare un passo nel vuoto

Daniele Raco, noto comico della scuderia Zelig, ha recentemente condiviso la sua esperienza di lotta contro la dipendenza dal gioco d’azzardo in un’intervista a “Le Iene”. Durante il suo monologo, Raco ha rivelato di essere un giocatore compulsivo e di come sia riuscito a superare questa dipendenza grazie alle riunioni dei giocatori anonimi. Ha confessato di aver toccato il fondo nel dicembre 2015, quando si trovava sul Ponte Monumentale di Genova, indeciso se compiere un gesto estremo.

Il comico ha spiegato di aver giocato alle slot per sette anni, dedicandovi molte ore ogni giorno. La sua mente era completamente assorbita dalle luci e dai suoni delle macchinette, e desiderava solo spegnere tutto. Tuttavia, ha deciso di non compiere quel gesto estremo perché non voleva diventare una foto sui social con la scritta “Rip”. Ha poi preso la decisione di confessare tutto a tutti, riconoscendo che il primo passo per uscire da questa situazione era dire la verità. Raco ha sottolineato che, nonostante si parli spesso di soldi, è importante ricordare che queste persone famose e ricche sono comunque esseri umani.

Il comico ha concluso il suo monologo con un messaggio di speranza per chi si sente intrappolato nella dipendenza dal gioco d’azzardo. Ha consigliato di seguire il suo esempio e di avere il coraggio di dire la verità, perché spesso si scopre che c’è qualcuno disposto ad aiutare. Raco ha sottolineato che, sebbene i soldi siano un fattore importante, il tempo è uguale per tutti e che è fondamentale capire che la dipendenza dal gioco d’azzardo è una malattia da comprendere e non da giudicare.

In un’intervista del 2019 a “Palermodaily.it”, Raco ha rivelato di aver iniziato a giocare per noia durante un tour estivo. Ha ammesso di non avere pensieri positivi in quel periodo e di considerare il gioco come una sorta di sfogo per i suoi “buchi dell’anima”. Nonostante il suo lavoro sembrasse perfetto, con viaggi e spettacoli, Raco ha nascosto abilmente il suo problema, minimizzando l’emergenza che stava vivendo.

Il comico ha deciso di affrontare il suo demone e ha ammesso di essere schiavo della dipendenza dal gioco d’azzardo. Ha confessato tutto alla sua famiglia, che gli è stata sempre vicina, e si è rivolto a un gruppo di mutuo aiuto. Successivamente, ha cercato l’aiuto di uno psicoterapeuta per capire come affrontare i suoi “buchi dell’anima”. Raco ha sottolineato che la dipendenza non si guarisce mai completamente, ma si può tenere sotto controllo evitando i luoghi in cui si gioca, come i bar con le slot machine.

Il comico ha espresso la sua gratitudine alla sua compagna per non averlo abbandonato e a un amico che, invece di urlare o insultarlo, lo ha abbracciato quando lo ha visto prelevare soldi per giocare. Questo gesto ha segnato l’inizio della sua rinascita, anche se ha ammesso di aver continuato a giocare per un po’ di tempo prima di smettere definitivamente.


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