È con grande tristezza che annunciamo la morte di uno dei più grandi registi italiani, Giuliano Montaldo. Scomparso all’età di 91 anni, lascia un vuoto nel mondo del cinema italiano.
Montaldo si è spento nella sua casa a Roma, accanto all’amata moglie Vera Pescarolo, la figlia Elisabetta e i suoi nipoti Inti e Jana Carboni. La famiglia ha deciso di non organizzare esequie pubbliche, rispettando la volontà del regista.
Nato a Genova il 22 febbraio 1930, Montaldo aveva una personalità unica e poliedrica. Aveva l’occhio di un navigatore, simile a quello di Colombo, e la voce profonda e baritonale di Gino Paoli. Aveva anche la passione militante di un giovane Calvino partigiano, l’amore per lo scherzo di Paolo Villaggio e la leggerezza poetica di Lele Luzzati, tutti artisti liguri come lui.
Montaldo ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo del cinema, dirigendo oltre 20 film. Tra i suoi lavori più celebri ricordiamo “Gli Intoccabili” del 1969, “Sacco e Vanzetti” del 1970, “Giordano Bruno” del 1973, “L’Agnese Va A Morire” del 1976 e “Gli Occhiali d’Oro” del 1987. Inoltre, è stato molto attivo nella produzione di grandi opere televisive, come il kolossal in 8 puntate dedicato a Marco Polo.
Il suo stile cinematografico unico ed eclettico gli ha permesso di esprimere le sue idee e le sue visioni in modo coinvolgente. Montaldo era un regista che non aveva paura di affrontare tematiche complesse, lasciando un segno indelebile grazie al suo talento e alla sua bravura.
Con la sua scomparsa, il cinema italiano perde uno dei suoi grandi maestri. La sua eredità sarà per sempre presente nelle menti e nei cuori degli amanti del cinema. Giuliano Montaldo rimarrà nella storia come uno degli ultimi rappresentanti di quella generazione di registi che ha reso grande il cinema italiano degli anni Sessanta.
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