E’ un’ode al tweed e al british tailoring l’ultima collezione di Métiers d’Art by Chanel. Lo show della prefall 2024 presentata dalla maison parigina, legata a doppio filo all’artigianalità di lusso e al tessuto di lana inglese maschile per anonomasia, stavolta si è svolto per le strade di Manchester, ombelico della Cool Britannia e centro propulsore della ribellione giovanile degli anni’60 ma anche mecca della musica degli Oasis. Per l’occasione la stilista Virginie Viard ha acceso di colori pop e vitalistici i tailleur, le robemanteau stilizzate e i cappottini bon ton di squisita eleganza, che sarebbero certamente piaciuti a Romy Schneider, Jeanne Moreau e Françoise Hardy.
La nuova collezione della fashion house francese celebra la passione di Gabrielle Chanel per il tessuto aristocratico e rustico insieme che l’aveva folgorata ai tempi della relazione amorosa con il suo facoltoso mentore Boy Capel, grande fan del tweed. Femminilizzandola in mille modi diversi, la grande sarta parigina ha fatto di questa trama ruvida, chic e classy nata nelle isole Ebridi, l’emblema del suo stile intramontabile. E così i look sbarazzini e lineari della sfilata hanno preso vita fra i palazzi vittoriani di Thomas Street nel segno di un panegirico della minigonna alla Mary Quant che, proposta qui in una frizzante versione godet, profuma di giovinezza ed eleganza en souplesse fino ad allungarsi al ginocchio per soluzioni più bon chic.
E così le mises mattutine, a metà fra una battuta di caccia a Balmoral, una passeggiata a Chelsea, un lunch blasonato con la regina d’Inghilterra e l’allure delle it-girls losangeline del film ‘Clueless’, spesso abbigliate con giacchini sciancrati di lana check e svelti mini kilt in tartan, occhieggiano a Carnaby Street, a Celia Birtwell e a Jacques Esterel ma anche per certi aspetti a certe collezioni di ready to wear anni’90 di Lagerfeld per Chanel, mentre le fogge più fedeli ai codici della maison, modellate nel segno di una fluida verticalità, sono animate da gioielli e accessori sfiziosi e civettuoli come bizzarri berretti da monnello e Mary Jane nere, tingendosi di tonalità sgargianti assolutamente lontane dalle classiche palette invernali: le nuances del défilé spaziavano dal verde mela al zucca più autunnale, dal rosso papavero al magenta passando per il color senape, dal ceruleo al rosa salmone.
“Manchester è il simbolo della musica e questo infonde verve alla mia moda, la mia collezione è fresca, giovane e divertente”, ha spiegato Viard nel backstage della sfilata, applaudita da star di fama mondiale come Hugh Grant, Tilda Swinton, Kristen Stewart, Caroline Casiraghi, Sophia Coppola e vari rampolli del clan Gallagher che hanno ammirato i virtuosismi sartoriali dei top abbinati all’interno delle giacche rifinite a loro volta agli orli con le iconiche catenelle dorate, mentre per il daywear più casual ai tweed più pregiati si alternavano maglieria di lusso e shetland ladylike. Per questa sfilata però la designer ha ammesso di non aver guardato alle giacche del duca di Westminster tanto care a Coco, bensì alle mise giovanili con un brio tipicamente sixties alla Jean Shrimpton che non disdegnava il denim, la pelle nera da aristo beatnik e i patchwork dal sapore bohémien. Sembravano perfetti per una Twiggy rediviva i baby doll da clubber dei quartieri alti e le tunichette strapless da party girl che si gingillano per fare le ore piccole sul dance floor e che hanno chiuso lo show sulle note di una canzone di Cilla Black.
La maison francese, che continua a investire sul cinema, ora parla un pò più italiano. Recentemente ha infatti aperto i battenti a Milano in via Montenapoleone, proprio accanto a Gucci e all’angolo con via Verri, il nuovo flagship store della griffe transalpina, un vero e proprio tempio del lusso Made in France sviluppato su 520 metri quadrati. Si tratta della prima boutique italiana della maison dedicata alla moda, alla gioielleria e all’alta orologeria. Lo store, che affianca la boutique di via Sant’Andrea, propone un’esperienza immersiva nel mondo dorato della fashion house parigina e ospita degli spazi sontuosi e molto intimi in cui è possibile passare in rassegna le ultime novità dell’universo segnatempo e preziosi da caveau della griffe di Rue Cambon. Fra questi spicca un pezzo unico dell’archivio della maison: il collier 55.55 della collezione haute joallerie N.5 abbellito da un diamante tagliato su misura di inestimabile valore.
Dopo il taglio del nastro la boutique, progettata more solito dall’architetto Peter Marino e resa ancora più esclusiva da ricercate tappezzerie, lussuose moquette in lana, raffinate finiture a mano ed eleganti tweed avorio e sabbia, ha svelato anzitutto i modelli dell’effervescente collezione Crociera in perfetto Barbie style presentata a Los Angeles a maggio di quest’anno (cfr. il mio ultimo articolo in proposito). Al pianterreno sofisticate consolle in vetro e metallo, illuminate da lampadari di cristallo di rocca e metallo dorato di Goossens, conferiscono agli ambienti deputati a goioie e orologi un raffinato timbro art déco, impreziosito da una palette grafica in bianco e nero illuminata da accenti di oro anticato. Nei due piani superiori si dipana il racconto di stile della maison dedicato stavolta al pret-à-porter e agli accessori cult del brand della doppia C in una suggestiva alternanza di lampade da tavolo Zen in cristallo ed ebano, vezzosi tavolini da caffé intarsiati di fossili, raffinatissime sedie Augusto Bozzi e squisiti tavoli personalizzati in pietra lavorata. Appuntamento quindi nell’esclusiva, nuova boutique Chanel che quest’anno è celebrata da una monumentale retrospettiva londinese ‘Gabrielle Chanel Fashion manifesto’ aperta fino a febbraio 2024 presso il Victoria & Albert Museum nella capitale britannica a South Kensington.
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