Elga Enardu svela la sua scoperta sulle difficoltà di Diego Daddi

Elga Enardu e Diego Daddi: il difficile momento e il ritorno dell’amore

Elga Enardu e Diego Daddi sono stati ospiti di una puntata di Casa SDL, dove hanno rilasciato la loro prima intervista di coppia dopo la recente “separazione”. I due hanno vissuto un momento di crisi a causa di alcune problematiche che li hanno portati ad allontanarsi, ma l’amore ha vinto e ora sono tornati a supportarsi reciprocamente.

La malattia psicologica che ha colpito Diego

Durante l’intervista, Elga Enardu ha rivelato che dietro la loro rottura c’è stata una forte malattia psicologica che ha colpito Diego. Inizialmente, Elga non ha saputo riconoscere a fondo questa malattia e l’ha scambiata per altre cose:

“Una malattia psicologica che avevo scambiato per voglia di non crescere, pigrizia, noia, voglia di non dare nulla nella vita per presa di posizione. Il primo a non riconoscerlo è stato lui, siamo stati vittime di una situazione che non ci aspettavamo nella vita perché si pensa che quando hai tutto, non può accadere nulla. Invece arriva e se non lo sai riconoscere, rischi anche di morire probabilmente.”

Il percorso di guarigione e l’importanza di chiedere aiuto

Elga ha sottolineato l’importanza di seguire un percorso di guarigione preciso e impegnativo, selezionando le persone che possono aiutare e eliminando quelle che possono creare ostacoli. Ha anche parlato dell’importanza di riconoscere il problema e chiedere aiuto senza vergogna:

“Non bisogna pensare che si guarisce in qualche mese, è un percorso lungo che va seguito in maniera precisa, impegnativo dove è importante anche il comportamento di chi ti sta vicino. Bisogna selezionare le persone che possono aiutarti ed eliminare le persone che possono creare un ostacolo. Credo sia stato fondamentale l’approccio che ho avuto nei suoi confronti, una volta che ho riconosciuto che non era un capriccio.”

L’ignoranza e l’importanza di parlare della malattia

Elga ha anche parlato dell’ignoranza che circonda le malattie psicologiche e dell’importanza di parlarne apertamente:

“C’è molta ignoranza perché non se ne parla. Non ero mai stata testimone di una situazione del genere. E per ignoranza pensavo: ‘Ma cosa ci vorrà…’ ed è triste pensare che ci sono tante persone che possono essere aiutate in maniera semplice. Diego per tanto tempo ha avuto questo sentimento di vergogna.”

Diego ha aggiunto che anche lui ha avuto dei pregiudizi riguardo alle malattie psicologiche, ma ha imparato che chiedere aiuto è fondamentale:

“Non è vergogna però anche io ci sono passato con mia mamma che ha avuto la depressione per tanti anni e pensavo: ‘Ma non è possibile, bisogna reagire, la testa’. Non capivo perché ero un ragazzino, ma quando ho visto che qualcosa la stavo ripercorrendo lì mi sono chiuso e ho pensato di farcela da solo. Invece arriva il momento in cui devi chiedere aiuto. Poi ti si apre un mondo, inizi a capire quali sono le tue qualità, capisci chi sono le persone che vuoi bene e tutto ciò che ti circonda e fa solo che bene.”

Il ruolo dei social e il ritorno dell’amore

Elga ha anche parlato del ruolo dei social nella loro vita e di come abbiano capito di essere “vittime” di questa pressione:

“Noi ci siamo resi conto anche di essere ‘vittime’ dei social. Questo è un contesto che ti schiaccia e quindi devi essere sempre sul pezzo. Ci siamo resi conto oggi che la nostra vita è fatta di cose semplici e noi godiamo di stare con i nostri cani, la serenità.”

Infine, Elga ha concluso l’intervista parlando dell’importanza dell’amore e della chimica tra due persone:

“Il segreto dell’amore non esiste, esiste la grande fortuna di trovare l’amore e avere questa chimica che può scattare o meno. Nel nostro caso c’è stata questa fortuna. Ma anche la componente di due persone rispettose e sincere che hanno scelto di stare insieme rispettandosi a 360 gradi. La chimica è una grazia divina.”

La storia di Elga Enardu e Diego Daddi è un esempio di come l’amore possa superare anche i momenti più difficili, e di come sia importante riconoscere e affrontare le malattie psicologiche senza vergogna.


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