Roberta Bruzzone rivela il movente dell’omicidio di Giulia Cecchettin da parte di Filippo Turetta

Roberta Bruzzone analizza la personalità di Filippo Turetta, assassino di Giulia Cecchettin

La criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone ha fornito una dettagliata analisi della personalità di Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin, in un’intervista a “La Verità”. Secondo Bruzzone, per comprendere le radici del femminicidio che ha sconvolto l’Italia, è necessario esaminare l’infanzia di Turetta. La criminologa ha individuato tratti tipici del disturbo narcisistico di personalità nella sua forma più subdola, quella passivo-aggressiva o covert. Questo disturbo si sviluppa nei primi tre anni di vita e porta a un’immagine distorta della mente degli altri. Bruzzone sottolinea che non è colpa della madre, ma suggerisce che Turetta potrebbe non aver ricevuto modelli di attaccamento adeguati durante i primi anni di vita.

Il trattamento privilegiato dei figli maschi nelle famiglie italiane

Bruzzone evidenzia che molte madri tendono a riservare un trattamento privilegiato ai figli maschi, proteggendoli da responsabilità domestiche come se fossero badanti o donne delle pulizie. Questo modello, apparentemente funzionale, è più subdolo di quanto si pensi. La criminologa sottolinea che nel 2023 è preoccupante che solo una donna debba prendersi cura degli altri. Questo atteggiamento può contribuire a creare una personalità disturbata come quella di Turetta. . Turetta ha manipolato Giulia attraverso minacce di suicidio, un comportamento tipico delle persone con disturbo narcisistico di personalità.

Educare i giovani a gestire il trauma delle delusioni sentimentali

Bruzzone sottolinea l’importanza di educare i giovani a gestire il trauma delle delusioni sentimentali. Spiega che molti giovani non sono in grado di elaborare e superare queste delusioni, il che può portare a comportamenti pericolosi. La criminologa afferma che la competizione in una coppia non è normale e può essere un segnale di una personalità narcisistica. La migliore prevenzione, secondo Bruzzone, è educare i giovani in modo che non si sentano dipendenti dagli altri per stare al mondo. Ognuno dovrebbe essere autonomo e capace di vivere anche senza una persona specifica. Bruzzone consiglia a coloro che si trovano in una relazione tossica di cercare un percorso psicoterapico per uscirne.

In conclusione, Bruzzone sottolinea che il narcisismo non è una caratteristica esclusivamente maschile e che ci sono molte donne narcisiste in grado di fare danni. Tuttavia, è difficile che la componente femminile arrivi a esiti violenti. La criminologa osserva che molte donne hanno un forte bisogno di avere un uomo al loro fianco per sentirsi valide come donne, anche se questo comporta accontentarsi di uomini terribili. Infine, Bruzzone elogia Giorgia Meloni come un esempio di rottura con la cultura patriarcale, sottolineando che come prima donna a ricoprire il ruolo di premier in Italia, si rapporta con i grandi del mondo senza fare un passo indietro.


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