Ilary Blasi: il riflesso di tutte noi

Il potere del monologo di Ilary Blasi: un’arte della rivincita

Se dovessi fare un provino per entrare all’Accademia d’arte drammatica, l’ho sempre dichiarato, sceglierei lei. O meglio, lei e quel suo monologo di incredibile potenza, di scrittura sopraffina, quel trattato sulla sottile arte della rivincita e del prendersi un palco, che per comodità chiameremo il «Sai che c’è Fabrizio?», estratto celeberrimo dalla lite di Ilary Blasi con Fabrizio Corona durante una puntata del Grande Fratello Vip del 2018.

La verità di Ilary Blasi: un’intervista che svela il passato

Sono passati cinque anni e molta acqua sotto i ponti, e nell’ultima settimana il parco citazioni a cui attingere si è ingigantito a dismisura. È infatti uscita, ma lo sappiamo già, la lunga intervista a Ilary Blasi per Netflix, in cui la conduttrice racconta la “sua” versione sulla fine del matrimonio con Francesco Totti, sui presunti tradimenti reciproci, sulle tempeste mediatiche, sulle ferite intime. Tutta la verità, nient’altro che la verità, e sappiamo che nulla sancisce un «lo giuro» credibile come uno sguardo in camera.

Poltrona di design, pantalone comodo che le permette un movimento di gambe affascinante e nervoso ad accompagnare il racconto, il punto di biondo perfetto, un ambiente abbastanza asettico da non distoglierci da lei e luci abbastanza perfette da ricordarci che è uno show, ma soprattutto la voce di Peppi Nocera a fare da confidente, uno che di televisione ne sa talmente a pacchi che sa quando deve fermarsi e lasciar fare ai silenzi emozionati.

Ilary Blasi: una storia di tradimenti e rinascita

Non parte da lontano Ilary, perché sa che sappiamo tutto, sa che sono vent’anni che li conosciamo perfettamente, i nostri David e Victoria, i Brangelina di Largo Pannonia, gli irriducibili (non me ne voglia la curva sud) dell’amore romantico targato Roma, quello che vogliamo sapere è come è finita, perché, di chi è la colpa, che fine abbiano fatto i Rolex. Notizie già masticate e rimasticate dalle riviste di gossip e dai social, eppure c’è un pezzetto in più: c’è lei.

Lei accusata di un primo tradimento che poi è stato solo un caffè. Lei ostacolata nella sua ascesa di carriera dal marito incapace di gestire il suo declino. Lei tradita con la sua fotocopia più giovane e già madre. Non piagnucola, non rivendica, anzi, si commuove e si lascia andare, concede al pubblico piccoli territori di immedesimazione – i capelli unti che necessitano una piega, le scivolate in romano, il tamponamento con l’amica in modalità investigatrici – e fa bene, perché a una persona che soffre, a una donna che soffre, si crede più facilmente e anche perché la storia purtroppo l’abbiamo già vista mille volte.

Gli uomini che non lasciano mai, piuttosto fanno casini con le altre, le donne che devono sempre scegliere tra famiglia e realizzazione, con l’aggiunta qui di un’aggravante enorme: Roma.

Ilary Blasi: una figura controversa nella Roma calcistica

Valerio Trapasso, autore televisivo e studioso della città e delle sue dinamiche, commenta su Instagram dicendo «C’è più Suburra in Unica che in Suburra stessa» ed è vero. L’omertà che si deve al campione, la tifoseria che va oltre la verità, i tassisti partigiani che addirittura davanti a lei affermano di aver sempre saputo quanto a Totti piacessero i maritozzi e le donne. Eppure nessuno diceva niente. Come sottolineano Michele Masneri e Dago, nessuno si sarebbe mai sognato di perdere lettori, simpatie, voti addirittura, in nome della verità sul Pupone: piuttosto la favola per sempre. Ci pensa Ilary a distruggerla, ma salva la principessa e riesce nell’impensabile intento di farci empatizzare con una che non sa bene cosa ci sia dietro le porte blindate di casa sua, e intanto ci convince di essere rimasta con «una scarpa e una ciavatta» quando il marito per ripicca le nasconde l’angolo accessori. Ci riesce perché chi più chi meno, ci siamo ritrovate tutte così almeno una volta nella vita, a rincoglionire le amiche e le sorelle a colazione, a sfogare la rabbia nello sport e a non voler perdere l’identità anche quando se ne andava un pezzo così grosso, così riconoscibile per tutti, a cercare spazi di difesa e di presenza quando per il resto del mondo sei ancora “la moglie di”. Deve esserci vita oltre il matrimonio perfetto, soprattutto perché non lo è mai davvero, perché perfetti non sono i singoli, non lo è l’istituzione, non lo è la sostanza oltre la facciata luccicante, e questo Ilary lo sa bene, si è presa uno spazio di autenticità e di riscatto a costo di mostrarsi cornuta e vulnerabile.

È arrivata anche dal capitano una reazione a caldo piuttosto fredda, un laconico «Faccia e dica ciò che vuole» e ancora una volta me la immagino a autoparafrasarsi da quella mitica puntata del GF, perché Francesco «quello che sei l’ha capito tutta Italia» e, ora, chiudetele il collegamento e buona vita.


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