Attività vietata dalla normativa deontologica
Alfonso Signorini, noto giornalista e scrittore, è stato protagonista di una sospensione dall’Ordine dei Giornalisti. Questa decisione è stata presa a seguito della pubblicazione di diversi contenuti sui social media che promuovevano prodotti di bellezza e altri articoli. Tuttavia, questa attività è espressamente vietata dalla normativa deontologica che regola la professione giornalistica. Infatti, ai giornalisti è proibito fare pubblicità, anche a titolo gratuito, a meno che non si tratti di iniziative sociali, umanitarie, culturali o benefiche, prive di scopo speculativo.
La decisione di sospendersi
Alfonso Signorini, che sta per pubblicare la riedizione del suo libro “Troppo fiera, troppo fragile. Il romanzo della Callas” il prossimo 12 dicembre, ha deciso di prendere questa decisione di sospendersi dall’Ordine dei Giornalisti. Secondo quanto riportato dal portale Dagospia, il nome del giornalista non compare più nell’albo degli iscritti. Questa scelta sembra essere stata presa in seguito alla scoperta della sua violazione delle regole deontologiche.
La violazione delle regole deontologiche
La pubblicazione di contenuti pubblicitari sui social media da parte di Alfonso Signorini è stata considerata una violazione delle regole deontologiche che regolano la professione giornalistica. Queste regole vietano ai giornalisti di fare pubblicità, anche a titolo gratuito, a meno che non si tratti di iniziative sociali, umanitarie, culturali o benefiche, prive di scopo speculativo. La decisione di sospendersi dall’Ordine dei Giornalisti sembra essere stata presa da Signorini come conseguenza diretta di questa violazione.
In conclusione, Alfonso Signorini, noto giornalista e scrittore, si è sospeso dall’Ordine dei Giornalisti a seguito della pubblicazione di contenuti pubblicitari sui social media. Questa attività è vietata dalla normativa deontologica che regola la professione giornalistica. La decisione di sospendersi sembra essere stata presa da Signorini come conseguenza diretta della sua violazione delle regole deontologiche.
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