Il caso OpenAI: un’odissea nella governance e nel futuro dell’IA
In queste ultime settimane, un caso senza precedenti sta tenendo banco nel mondo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale. OpenAI, l’organizzazione fondata nel 2015 da Sam Altman, creatore di ChatGPT, si trova al centro di una controversia che coinvolge le decisioni prese dal suo Consiglio di Amministrazione (CdA) e il futuro stesso della tecnologia.
La situazione è complessa e unica nel suo genere. OpenAI è governata da un CdA composto da sei membri, di cui tre sono dipendenti dell’organizzazione. Tuttavia, si è venuto a creare un divario tra coloro che vedono l’intelligenza artificiale come un potenziale rischio per l’umanità e coloro che invece spingono per un suo rapido sviluppo. 
La questione tra OpenAI e Sam Altman, l’ex CEO dell’organizzazione e mente dietro ChatGPT, sta facendo il giro del mondo. Tutto ha avuto inizio con l’annuncio, pubblicato sul blog ufficiale di OpenAI, del licenziamento di Altman da parte del CdA. La decisione è stata motivata dalla mancanza di fiducia nelle sue capacità di leadership, a causa di presunte mancanze di onestà nelle sue comunicazioni.
La notizia ha colpito anche Greg Brockman, co-fondatore di OpenAI, che è stato destituito dalla carica di presidente del CdA e nominato presidente di OpenAI. Tuttavia, in segno di solidarietà nei confronti di Altman, Brockman ha deciso di dimettersi.
La situazione si è ulteriormente complicata quando la maggior parte dei dipendenti di OpenAI, che attualmente sono 770, ha inviato una lettera al CdA minacciando di dimettersi se non venissero reintegrati Altman e Brockman e se il consiglio non si dimettesse.
Nel frattempo, Mira Murati, CTO di OpenAI, è stata nominata CEO ad interim al posto di Altman. Tuttavia, il suo incarico è durato poco, poiché è stata sostituita da Emmett Shear, ex CEO di Twitch, nel momento in cui anche Murati si è schierata a favore del ritorno di Altman alla guida dell’organizzazione no-profit.
Durante il fine settimana, le due parti hanno ripreso i contatti e sembrava che Altman fosse indeciso sul suo ritorno, poiché ha proposto un cambio di governance con una nuova struttura e la nomina di un nuovo CdA.
La situazione ha preso una svolta inaspettata quando Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha annunciato l’assunzione di Altman e Brockman nel team di intelligenza artificiale dell’azienda. Questa mossa ha portato a un aumento del 2% delle azioni di Microsoft prima dell’apertura delle contrattazioni alla Borsa di Wall Street.
Con questa mossa, Microsoft si è assicurata una delle menti più brillanti della Silicon Valley e ha rafforzato la sua leadership nell’intelligenza artificiale, mettendosi in competizione diretta con OpenAI e altri giganti del settore.
Ma le sorprese non sono finite qui. Questa mattina, OpenAI ha pubblicato un post in cui annuncia un compromesso raggiunto: Altman sarà reintegrato come CEO e verrà costituito un nuovo consiglio di amministrazione composto da Bret Taylor, Larry Summers e Adam D’Angelo. Questo segna una svolta nella vicenda e getta nuova luce sul futuro di OpenAI e dell’intelligenza artificiale nel suo complesso.
