Il femminicidio di Giulia Cecchettin, una giovane donna di soli 22 anni, ha lasciato un segno indelebile nella cronaca recente del nostro Paese. Giulia aveva tanti sogni nel cassetto e stava per conseguire la laurea, ma a causa dell’atroce piano del suo assassino, quei sogni non si avvereranno mai.
Dopo giorni di ricerche, i Vigili del fuoco hanno fatto una triste scoperta nella tarda mattinata di sabato: il corpo di Giulia Cecchettin è stato ritrovato in un canalone tra il lago di Barcis e la zona di Piancavallo. Era nascosto ai piedi di una roccia, coperto da sacchi neri che il colpevole aveva utilizzato per nasconderlo. Secondo il medico legale, la giovane è stata colpita da numerose coltellate alla testa e al collo.
Dopo aver fatto scomparire il corpo, l’assassino è fuggito attraverso le Alpi, raggiungendo prima l’Austria e poi la Germania. Nella mattinata di domenica 19 novembre, Filippo Turetta, ricercato a livello internazionale, è stato trovato dalla polizia tedesca in un’area di sosta a Weissenfels, esausto e impossibilitato a continuare la sua assurda fuga.
Nei primi giorni dopo la cattura, Filippo Turetta è stato rinchiuso nel penitenziario di Halle, in Sassonia. Secondo l’avvocato tedesco Dimiter Krasse, il suo stato d’animo era visibilmente provato e preoccupato. L’udienza di convalida dell’arresto si è già svolta e Turetta ha accettato il rimpatrio, una decisione che accelererà i tempi del processo.
Recentemente, è stata fatta un’altra inquietante scoperta legata all’assassino di Giulia Cecchettin. All’interno della famosa Fiat Punto nera con cui si era dato alla fuga, sono state trovate delle prove scioccanti. Di cosa si tratta? Scopriamolo nei dettagli nella prossima pagina.
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