La storia di Giulia Cecchettin e Filippo Turetta, due giovani studenti universitari di 22 anni presso l’Università degli Studi di Padova, ha avuto un epilogo drammatico. Nella serata dell’11 novembre scorso, entrambi sono scomparsi nel nulla, lasciando tutti in attesa di un esito diverso. Purtroppo, come sappiamo, le cose non sono andate per il verso giusto.
Il corpo di Giulia è stato trovato nei giorni scorsi in un canalone vicino al lago di Barcis, in provincia di Pordenone. È emerso che Filippo ha privato la giovane della vita. Il suo arresto è avvenuto il giorno successivo al ritrovamento del corpo, precisamente il 18 novembre.
Dopo una fuga di mille chilometri, Turetta è arrivato in Germania, nei pressi di Lipsia, dove si è fermato con la sua auto in una piazzola di sosta lungo l’autostrada A9. La polizia lo ha fermato perché aveva spento i fari dell’auto, una violazione della legge tedesca che richiede che i fari siano sempre accesi, anche quando si è fermi.
Dopo essere stato portato nella casa circondariale di Halle, Turetta ha accettato la sua estradizione in Italia nel giro di poche ore. Ora rischia una condanna da 24 a 30 anni di reclusione per omicidio volontario, occultamento di cadavere e sequestro di persona. Secondo le indagini finora condotte, sembra che Giulia sia stata colpita per la prima volta in auto, a pochi metri da casa sua.
Successivamente, la ragazza sarebbe stata colpita nuovamente, forse nella zona industriale di Fosso, dove le telecamere di sorveglianza hanno ripreso l’aggressione di Filippo alla sua ex fidanzata.
Ora è stata presa una decisione riguardo alla sepoltura di Giulia Cecchettin. Scopriamo cosa è stato deciso nella prossima sezione del nostro articolo.
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