La figlia di Bruce Willis: un’intervista esclusiva sul suo progetto fotografico per preservare i ricordi di suo padre e della famiglia

Lo scorso febbraio, Bruce Willis ha dovuto fare i conti con una difficile diagnosi: la demenza frontotemporale. Questa malattia si caratterizza per problemi di attenzione e memoria. È stata la figlia dell’attore, Tallulah Belle Willis, a condividere pubblicamente la notizia durante una sua apparizione al Drew Barrymore Show.

L’amore incondizionato di un padre

Durante l’intervista, Tallulah Belle ha voluto sottolineare l’amore che Bruce Willis continua a dimostrare nonostante la malattia: “È lo stesso, e credo che da questo punto di vista ho imparato che è la cosa migliore che si possa chiedere. Vedo l’amore quando sono con lui. È mio padre e mi ama, e questo è così prezioso”. La giovane ha anche ringraziato i fan del padre per il loro sostegno durante questo momento difficile: “Siamo stati molto toccati dall’amore che tutti voi avete condiviso per lui come marito, padre e amico. La vostra continua compassione, comprensione e rispetto ci permettono di aiutare Bruce a vivere una vita il più possibile piena”.

Sensibilizzare l’opinione pubblica sulla demenza frontotemporale

Tallulah Belle ha sottolineato l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla demenza frontotemporale. La sua famiglia ha deciso di rendere pubblica la malattia di Bruce Willis per aiutare altre persone che si trovano nella stessa situazione: “Se possiamo prendere qualcosa con cui lottiamo come famiglia, per aiutare altre persone, per trasformarlo e farlo diventare qualcosa di bello…”. In un’intervista a Vogue US, la giovane ha anche rivelato di scattare molte foto di suo padre come ricordo e per documentare la sua vita quotidiana: “Ogni volta che vado a casa di mio padre, scatto tonnellate di foto di tutto ciò che vedo. Sono come un’archeologa, cerco tesori in cose a cui non ho mai prestato attenzione. Ho salvato tutti i suoi messaggi vocali su un disco rigido. Mi rendo conto che sto cercando di documentarmi, di costruire un archivio per il giorno in cui non ci sarà più per ricordarmi di lui e di noi”.


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