Corrado Augias a La7: il conduttore rivela i motivi dietro la sua decisione di lasciare la Rai

Nella giornata di ieri, 6 novembre, il noto giornalista Corrado Augias ha svelato il suo prossimo progetto televisivo. Sarà il conduttore di un nuovo show intitolato “La Torre di Babele”, che andrà in onda su La7 a partire dal 4 dicembre.

Una delle caratteristiche principali di questo programma sarà la presenza di un ospite diverso ad ogni puntata, garantendo così una varietà di temi e argomenti trattati.

Augias parla del suo passato alla Rai e dell’addio

In un’intervista rilasciata a Repubblica, Augias ha voluto condividere alcuni ricordi del suo passato alla Rai e ha espresso il suo disappunto per l’attuale situazione dell’azienda.

Ricorda che quando entrò in Rai nel 1960, l’atmosfera politica era dominata dalla Democrazia Cristiana e Ettore Bernabei era una figura di spicco, con la DC come suo partito di riferimento. Nonostante le limitazioni politiche, la Rai era considerata una delle migliori televisioni europee grazie al suo alto livello culturale.

Critiche al Governo Meloni e all’attuale gestione della Rai

Augias non ha risparmiato critiche al Governo Meloni, definendolo “approssimativo e incompetente”. Secondo il giornalista, le scelte fatte dal governo hanno portato alla progressiva distruzione della Radiotelevisione italiana. Ha osservato un aumento di dilettantismo e scelte improvvide, sottolineando l’importanza di una competenza professionale e di una congruenza con l’argomento trattato per garantire l’efficacia televisiva.

Augias ha anche espresso preoccupazione per l’egemonia culturale che si sta cercando di imporre attraverso nomine politiche, sottolineando che la competenza dovrebbe sempre prevalere sulla fedeltà politica.

Infine, il giornalista ha parlato del suo addio alla Rai, affermando che non gli è stato richiesto di lasciare l’azienda ma che ha preso questa decisione autonomamente. Nonostante avrebbe voluto rimanere per cercare di riequilibrare la situazione, ha preferito cercare nuove opportunità lavorative in un ambiente più cordiale. Ha concluso affermando che la Rai sta semplicemente venendo demolita, non rispettando le promesse di volerla “distruggere” solo per motivi politici.


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