Cosa fare se accusati ingiustamente: quando denunciare per calunnia?

Il reato di calunnia, disciplinato dall’articolo 368 del Codice Penale italiano, consiste nell’accusare ingiustamente una persona di un reato, sapendo che quest’ultima è innocente. Questo reato può essere commesso anche attraverso una denuncia anonima o con un falso nome, e prevede una pena che va dalla reclusione da due a sei anni. Tuttavia, se la calunnia porta a una condanna superiore ai cinque anni per la persona innocente, il colpevole può essere condannato a una reclusione dai quattro ai dodici anni. In casi estremi, se la calunnia porta addirittura all’ergastolo, la pena può arrivare fino a vent’anni.

Ma quando è possibile denunciare qualcuno che ci accusa ingiustamente? Secondo l’avvocato Angelo Greco, noto legale italiano, non è sempre possibile denunciare per calunnia. Infatti, la calunnia si configura solo quando la persona che ci accusa sa che siamo innocenti. Se l’accusa è frutto di un errore innocente, senza malafede, non si tratta di calunnia. Inoltre, la calunnia può essere denunciata solo se l’accusa viene rivolta a un Pubblico Ufficiale, come un Carabiniere o un medico del Pronto Soccorso, che è obbligato a riferirlo al giudice. Se l’accusa viene fatta da privati, ad esempio da un collega di lavoro davanti al datore di lavoro privato, non è possibile denunciare per calunnia, poiché il datore di lavoro non è un Pubblico Ufficiale.

In conclusione, denunciare qualcuno per calunnia è possibile solo se l’accusa è fatta consapevolmente e viene rivolta a un Pubblico Ufficiale. È importante conoscere i limiti e le condizioni in cui si configura il reato di calunnia per agire nel modo corretto.


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