Enzo Tortora: il documentario su Rai 3 rivela accuse, prigionia e ingiustizia

Enzo Tortora, innocente: chi ha accusato il presentatore

Il documentario “Enzo Tortora – Ho voglia di immaginarmi altrove” ricostruisce la vita di Enzo Tortora, celebre presentatore tv, e il clamoroso caso di malagiustizia in cui fu coinvolto nel 1983. Il film si snoda su due linee di racconto parallele, quella dello showman e quella del presunto spacciatore affiliato alla camorra, e ripercorre i momenti salienti della carriera di Tortora e il tragico pasticcio giudiziario di cui fu vittima.

La carriera di Enzo Tortora e il successo di Portobello

Enzo Tortora, giornalista e conduttore televisivo, è uno dei volti più noti e amati della televisione italiana negli anni Ottanta. Dopo il successo della trasmissione “La domenica sportiva”, Tortora crea “Portobello”, un programma che raggiunge l’apice del successo con oltre 26 milioni di spettatori, circa il 47% della popolazione. Tuttavia, nel 1983, Tortora viene arrestato ingiustamente con l’accusa di associazione camorristica e traffico di droga.

Il calvario giudiziario di Enzo Tortora

Dopo l’arresto, Enzo Tortora affronta un lungo e doloroso calvario giudiziario, accompagnato da una spietata campagna mediatica. Nonostante venga condannato a dieci anni di carcere, Tortora viene completamente scagionato nel 1986. Tuttavia, la sua salute è gravemente compromessa e muore nel 1988, dopo un breve ritorno in tv con “Portobello”.

Il documentario e le testimonianze

Il documentario “Enzo Tortora – Ho voglia di immaginarmi altrove” utilizza materiali di repertorio e immagini inedite per ricostruire la vicenda di Tortora. Il film è arricchito da numerose testimonianze di colleghi, avvocati, giudici e persone a lui vicine, che aiutano a comprendere meglio chi era l’uomo e a ripercorrere il suo dramma vissuto con umanità e dignità.

L’assenza polemica di Gaia Tortora

La figlia di Enzo Tortora, Gaia, giornalista e vicedirettrice del telegiornale di La7, ha sollevato polemiche riguardo alla sua mancata partecipazione al documentario. Gaia ha dichiarato di non essere stata invitata e ha criticato la Rai per aver realizzato un documentario basato su testimonianze che non le convincono. La polemica ha coinvolto anche Francesca Scopelliti, ultima compagna di Tortora, che ha rivendicato il suo ruolo di “erede” morale della battaglia contro la malagiustizia.

Il documentario come memoria di una malagiustizia

Il regista Tommaso Cennamo ha dichiarato che l’obiettivo del documentario è mantenere viva la memoria di una delle parentesi più vergognose della storia italiana. Il film approfondisce le tematiche legate al caso di malagiustizia di Enzo Tortora, scandendo i vari passaggi della vicenda giudiziaria e mettendo in luce gli errori che ancora oggi si verificano nel sistema giudiziario.


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