Nelle ultime ore, il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha annunciato di aver presentato una querela nei confronti del programma televisivo Report. Il programma, andato in onda ieri sera, ha lanciato l’inchiesta intitolata “La Russa Dinasty”, che ricostruisce l’ascesa politica di La Russa e della sua famiglia.
Durante la trasmissione, il conduttore Sigfrido Ranucci ha spiegato che La Russa aveva rifiutato un’intervista, preferendo rispondere alle domande attraverso un video in cui queste venivano lette dal suo portavoce. Questo nuovo genere di comunicazione politica ha suscitato diverse polemiche.
Prima della messa in onda, è stata diffusa una nota in cui si affermava che, nonostante due mesi di ricerche, non era stato trovato alcun elemento illegale o inopportuno riguardante Ignazio La Russa. Secondo la nota, i giornalisti di Report avrebbero cercato disperatamente di infangare la famiglia La Russa, con ricostruzioni difformi dalla verità e lesive dell’onore di Antonino La Russa, padre del Presidente del Senato.
In particolare, Report avrebbe accusato Antonino La Russa di essere stato vicepresidente della Liquigas dopo il 1956, in associazione con il finanziere Michelangelo Virgillito. Tuttavia, secondo la nota, queste ricostruzioni sarebbero false, in quanto Antonino La Russa non avrebbe mai avuto problemi giudiziari e il presunto episodio risalirebbe addirittura al 1938, ben prima che il padre del Presidente del Senato conoscesse Virgillito.
La nota del portavoce critica anche l’accusa di un pentito, secondo cui nel 1994 Antonino La Russa e suo figlio Vincenzo avrebbero chiesto voti in ambienti criminali a favore di Forza Italia. Questa circostanza viene definita falsa e calunniosa, in quanto Antonino La Russa non era più candidato da anni e Vincenzo non era stato sostenuto elettoralmente dalla famiglia, ma era candidato con l’Udc di Pier Ferdinando Casini. Inoltre, non ci sarebbe stato alcun seguito giudiziario a questa accusa.
Nonostante la minaccia di querela, Report ha proseguito con la messa in onda della puntata intitolata “La Russa Dinasty”, in cui si indaga sulle origini del potere e della ricchezza della famiglia La Russa. Si scopre che, nonostante il trasferimento a Milano negli anni ’50, il paese di origine, Paternò, è diventato la capitale dell’impero politico e finanziario della famiglia.
Report approfondisce il legame tra la famiglia La Russa e il controverso finanziere paternese Michelangelo Virgillito. Si scopre che Virgillito aveva costruito un impero finanziario grazie al patrimonio di ebrei costretti ad abbandonare il paese a causa delle leggi razziali. Antonino La Russa è stato incaricato di amministrare questo patrimonio e ha continuato a farlo anche dopo gli anni Settanta, quando si è scoperto che le società di Virgillito erano state finanziate dal banchiere mafioso Michele Sindona.
Inoltre, Report presenta documenti e testimonianze inedite che dimostrano il ruolo diretto di Ignazio La Russa in alcune vicende riguardanti call center e società con un passato controverso. Queste rivelazioni mettono in luce l’influenza della famiglia La Russa in ambiti che sollevano interrogativi sulla loro condotta.
In conclusione, la querela presentata da Ignazio La Russa contro Report non ha impedito la messa in onda della puntata “La Russa Dinasty”, che ha approfondito le origini del potere e della ricchezza della famiglia. Le accuse mosse dal programma hanno sollevato polemiche e hanno portato alla luce nuovi dettagli sul legame tra la famiglia La Russa e il controverso finanziere Michelangelo Virgillito.
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