Richiesta al Csm di una pratica sul pm di Brescia riguardo alla violenza sulle donne

Un gruppo di consiglieri del Consiglio Superiore della Magistratura ha richiesto l’apertura di un’indagine nei confronti del sostituto procuratore di Brescia, Antonio Bassolino, per valutare la sua condotta riguardo alle sue dichiarazioni sul caso di un uomo del Bangladesh accusato di maltrattamenti nei confronti della moglie. Bassolino ha chiesto l’assoluzione dell’uomo in nome della cultura del suo Paese.

Il procuratore capo di Brescia, Francesco Prete, si è dissociato dalle conclusioni di Bassolino, affermando che l’ufficio “non ammette giustificazioni estranee alla nostra legge” e “ripudia qualsiasi forma di relativismo giuridico”.

I consiglieri hanno sottolineato che la Corte di Cassazione ha sempre negato al fattore culturale la capacità di neutralizzare l’elemento soggettivo nei reati contestati. Secondo la giurisprudenza consolidata, i principi costituzionali in materia di diritti fondamentali e rapporti familiari costituiscono un ostacolo invalicabile per l’introduzione di consuetudini, prassi o costumi antistorici nella società civile.

Questa richiesta di aprire un’indagine nei confronti di Bassolino è stata presentata da un gruppo di consiglieri del CSM, tra cui Enrico Aimi di Forza Italia e Isabella Bertolini, Daniela Bianchini, Rosanna Natoli, Felice Giuffré e Claudia Eccher di Fratelli d’Italia e Lega.

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