Sanità, Marini (Acoi): “Se mancano nuovi finanziamenti, le sale operatorie rischiano la chiusura”

Durante l’emergenza Covid, è emersa la necessità di rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) al fine di affrontare meglio eventuali future crisi sanitarie. Nonostante la pandemia sia ormai alle spalle, l’attenzione si concentra sul fatto che non si stia verificando il tanto sperato rilancio della sanità pubblica italiana, che versa in gravi difficoltà a livello di personale e di risorse tecnologiche.

Per cercare di far fronte a questa situazione, il Congresso dell’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani lancia un appello alle istituzioni affinché vengano stanziati ulteriori 4 miliardi di euro per il Ssn. Senza questi fondi, gli interventi chirurgici e le sale operatorie rischiano di subire conseguenze negative.

Il direttore della Chirurgia generale d’urgenza e delle Nuove tecnologie dell’ospedale San Camillo di Roma, Pierluigi Marini, sottolinea l’importanza dell’innovazione tecnologica nell’ambito della chirurgia. Grazie a essa, infatti, si può garantire una maggiore qualità e sicurezza nelle sale operatorie, permettendo ai pazienti di essere dimessi prima dall’ospedale e di tornare ad essere attivi nella società.

Tuttavia, si pone un problema legato alla ripresa dei costi dei dispositivi medici utilizzati in chirurgia. Le Regioni italiane chiedono alle aziende produttrici un rimborso di 3,6 miliardi di euro per i dispositivi innovativi utilizzati durante gli interventi. Questa situazione potrebbe portare alla riduzione degli investimenti delle aziende nel nostro Paese e all’acquisto di dispositivi di scarsa qualità. Inoltre, Marini sottolinea la preoccupazione di aver sentito dalle grandi aziende che l’Italia potrebbe essere esclusa dal G7 della Salute. Questo rappresenta un affronto per un paese che ha sempre avuto una reputazione eccellente nel campo della chirurgia a livello internazionale.

Il Congresso Acoi, che si terrà a settembre a Roma, vuole attirare l’attenzione sulle difficoltà che affronta attualmente la sanità pubblica italiana, mettendo in evidenza la necessità di un rilancio che passi anche dall’investimento in tecnologie avanzate e dalle corrette regolamentazioni di rimborso dei dispositivi medici utilizzati in chirurgia.

È fondamentale che le istituzioni prendano coscienza di questa situazione e si impegnino a investire adeguatamente nella sanità pubblica italiana. Solo così sarà possibile garantire un futuro migliore per il Ssn e per i pazienti che necessitano di interventi chirurgici. È necessario agire subito per evitare che la situazione peggiori ulteriormente e per preservare l’eccellenza della chirurgia italiana nel mondo.

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